GESTIRE L’”OVER TOURISM”

Da Michele Dallapiccola

Ovvero, che tipo di turismo pensiamo opportuno per il Trentino del 2030?

Lo so, lo so; gestire l’eccesso di ospiti turistici in questo momento è l’ultimo dei nostri problemi! Stiamo uscendo da una tragica condizione di pandemia e l’incertezza sul nostro futuro regna sovrana.

 

Le criticità

Condizioni di reddito, carenza di personale, burocrazia infinita, riforma del settore turismo ancora tutta da definire. Sono enormi le incertezze sui ruoli, i compiti e l’organizzazione  definitiva della promozione locale e centrale.

 

Queste sopra sono solo alcune delle nubi che si stagliano sulla testa degli imprenditori del turismo provinciale. 

Eppure, c’è un problema che delineatosi già prima della pandemia, comincia a ripresentarsi in questa strana estate affollata Trentina.

 

La folla di oggi sulle nostre montagne si spiega bene con l’estremo bisogno di vacanza il cui rigurgito affligge gli italiani. Del resto, viaggiare all’estero preoccupa il rifugio sicuro per le vacanze per gli italiani si è dimostrata la montagna. E’ meraviglioso vedere il tutto esaurito nelle nostre vallate. Produce una grandissima soddisfazione ma ci ripropone gli stessi interrogativi che ci affliggevano in epoca pre covid.

 

Il quinquennio tra il 2014 e il 2019 è stato un periodo formidabile. Il Trentino ha visto aumentare gli arrivi nel turismo da 5 a 6 milioni di persone. A quel punto, in alcune zone hanno cominciato a riacutizzarsi problemi la cui cronicità era arcinota. La viabilità tra tutte ma anche la fruibilità dei prodotti turistici in particolare nelle nostre tre punte di diamante del turismo: Fassa, Garda e Campiglio. 

 

In pratica, l’eccesso di turismo determina una minore qualità di vita per turisti ed abitati locali.

 

Che fare ora?

Le proposte sul tavolo argomentano soluzioni senz’altro necessarie. E’ tuttavia dozzinale mettere sul piatto della fattibilità quelle riguardanti la realizzazione di varianti stradali ovunque. Per questo negli anni l’approccio al problema si è trasformato da atteggiamento “stradale-asfaltativo” ad un pensiero rivolto ad un sistema complessivo di mobilità.

 

Non solo; sono stati promossi prodotti turistici alternativi e si è cercato di destagionalizzare spingendo per una forte pubblicità anche delle stagioni intermedie.

 

Si è spinto anche per migliorare la qualità nei posti letto anche extralberghieri.

 

Questi suggerimenti sono la miglior esortazione che ci sentiamo di far pervenire a questo incerto governo provinciale.

 

L’augurio più grande che possiamo fare al Trentino (e ovviamente all’umanità) è che il vaccino possa diventare finalmente barriera per il letale virus. A quel punto il problema contingente del sovraffolamento di alcuine zone di montagna, diventerà nuovamente attuale e sarà necessario pensarci. 

 

Dopo aver promosso il Lago di Braies in lungo e in largo ora l’Alto Adige lo ha confinato a zona ad accesso limitato. E’ uno dei tanti esempi di come si può valorizzare tutto il ben di Dio che abbiamo anche in Trentino e che non ha nulla da invidiare ai nostri vicini a nord.

Per fare questo tuttavia è necessario organizzarsi preparandosi per tempo a programmare Ma Il timore in tal senso è piuttosto grave.

Fino ad ora, questo esecutivo non si è certo distinto per capacità di organizzazione e di preparazione.

 

E si comincia già ad intravedere la fine della legislatura.