CON LA MONTAGNA NON SI SCHERZA. Eppure c’è chi il messaggio non l’ha ancora capito.

Da Michele Dallapiccola

Complice la presenza di amici miei ospiti, un paio di giorni fa ho voluto visitare il nuovo Rifugio Piz Boè.

L’ultimo ad esser stato ristrutturato dall’impegnativo programma della SAT, per altro finanziato dalla precedente Giunta Provinciale. Terminato da pochi mesi, coniuga il mantenimento della struttura esistente con l’aggiunta di un corpo in stile moderno. Si tratta della stessa impostazione architettonica che invece è stata rifiutata per il rifacimento del Rifugio Tonini proprio qualche settimana fa dall’amministrazione locale.

Per rendere meno impegnativa l’escursione abbiamo anche noi deciso di usufruire della funivia del Sass Pordoi. Di buon mattino – abbiamo sfruttato il giro di apertura di giornata – l’aria frizzante ed il sole appena alzato provocano paesaggi ed emozioni indescrivibili.

 

Al ritorno le cose cambiano. L’ora tarda e la comodità portano in quota una moltitudine di persone, quasi impossibili da commensurare. Come è bello e giusto che sia; siamo nella settimana uscente di Ferragosto, in piena stagione estiva. 

 

Qualcosa non quadra

Una cosa però mi ha colpito. Se un abbigliamento non particolarmente adatto è perdonabile lo è stato molto meno osservare che molti di loro arrancavano tra le pietre taglienti completamente privi delle le calzature adatte. Eppure, in un sentiero di montagna anche una banale slogatura (senza pensare a cose più drammatiche) può rappresentare un problema. Ciò che più ha colpito però è stata la noncuranza di alcuni. Ne ho visti davvero troppi avvicinarsi al ciglio di qualche dirupo per osservare il panorama. Mi chiedo in preda a quale desiderio di provare sempre più forti emozioni?

 

Il super lavoro dei soccorsi in questi giorni lo certifica: per chi affronta i sentieri di montagna c’è ancora molta impreparazione. Con questi luoghi non si scherza e le informazioni vanno raccolte ascoltate e messe in pratica. Bene fanno i media a riportare con massima enfasi notizie di persone alle quali viene fatto pagare il soccorso poiché considerata preponderante la negligenza rispetto alla necessità.

 

Non se ne parla mai abbastanza.

E’ importante insomma che montanari in erba ed istituzioni collaborino in termini ancor più intensi per far passare il giusto messaggio di rispetto dei luoghi in altitudine. I cartelli, i depliant informativi, vanno letti, le indicazioni che di certo non sono mai abbastanza vanno ascoltate. La responsabilità di mettere in atto le informazioni e le indicazioni, in questo caso più di altri è particolarmente della singola persona. A mio modestissimo avviso.