I GRANDI CARNIVORI DELLA VAL RENDENA

Da Michele Dallapiccola

Puntuali, intensi, aggressivi anche più del solito, come ogni estate ritornano con le loro predazioni, anche in Val Rendena. Non farebbe quasi nemmeno più notizia non fosse per la disperazione degli allevatori che diventa meraviglia per gli amanti della natura.

Accanto alle predazioni da orso si sono aggiunte anche quelle da lupo!

Ebbene sì, era nell’aria. Dopo alcuni sporadici avvistamenti di esemplari singoli in dispersione nel recente passato, ora la presenza di questo carnivoro sta diventando endemica. 

 

Su queste montagne il lupo si affianca all’orso. 

A poco vale la triste abitudine a ormai vent’anni di convivenza “ursina”. Gli allevatori a certe condizioni, non possono, non riescono, né è giusto che si abituino. Così nella località regina del turismo Trentino, tra Pinzolo e Madonna di Campiglio, reti, cani maremmani, custodia e pastorizia, non impediscono il susseguirsi di gravi atti di predazione. 

 

La predazione in località Serodoli.

In località Serodoli, qualche giorno fa ne è avvenuta una che mi ha particolarmente colpito. A causa della numerosità di capi predati e dispersi, è risultata particolarmente evidente la crudeltà e la ferocia con la quale i lupi si sono scagliati sul gregge in questione. E’ evidente che la presenza del pastore, della rete e dei cani, come di fatto era anche qui, comincia a non bastare più.

 

Ho voluto recarmi sul posto per verificare direttamente attraverso l’esperienza personale nel campo circa le condizioni della situazione. Il gregge composto da pecore non autoctone, vive in normali condizioni di salute. Al netto dello straziante recupero di alcuni animali dilaniati ma ancora vivi. Pare che siano più di 40 i capi colpiti, dei quali 10 ancora dispersi e 30 tra predati o sottoposti ad eutanasia. Ed è stata sicuramente la gravità della vicenda ad aver scosso gli allevatori al punto che molti di loro si sono sentiti in dovere di dire la propria. E’ normale che una comunità si interroghi sul perché dell’accaduto. Illazioni e congetture comprese. La verità però è sempre quella evidente, quella che si vede, sul posto.

 

Tutto questo accade per due ordini di fattori. 

Innanzitutto va detto che i grandi carnivori sono presenti grazie a leggi che li proteggono più dei cristiani. 

La seconda motivazione è che da qualche anno l’utilizzo delle nostre malghe si è espanso. Si è ricominciato a valorizzare anche i pascoli in quota come fino a prima degli anni 80. In quegli anni assistemmo ad una grandissima crisi del bestiame che successivamente avrebbe portato all’abbandono della montagna, specialmente più impervia qualora non fossero intervenuti i contributi agricole europei della PAC. Oggi, mettendo insieme intraprendenza e buona volontà, molte aziende hanno cominciato a coltivare anche le malghe sopra i 2000 mt di altitudine. Poiché il bestiame per pascolare tutto questo bendidio a livello provinciale scarseggia, si cerca e si reperisce anche fuori provincia.

 

Inoltre, come di fatto è successo, il sistema dei contributi ha finito per incentivare la pastorizia. Nel giro di un paio di lustri la transumanza ha aumentato di più del 30% la sua consistenza arrivando oggi ad un numero di quasi 30mila capi allevati! Un bel numero, non c’è che dire, sostenuto nella sua condizione economica dalla presenza dei premi europei e con buona pace della lega e di tutti gli esterofobi, dai mussulmani. Sono loro gli unici attuali acquirenti della carne più sana che ci sia, quella ovina. Non ci credete? Pensate all’ultima volta che avete comperato agnello in macelleria.

 

Per buttarla in politica.

Stiamo solo assistendo ad una delle tante contraddizioni della lega, tanto ben rappresentata proprio in Val Rendena. Per combattere i grandi carnivori ha scelto la strada più agevole, quella del silenzio. Dopo aver tediato tutti per anni con post, gazebo, prese di posizione pubbliche al grido di “adesso basta”, complice la sua incapacità di produrre qualcosa di utile o innovativo ha pensato bene di far cadere su tutto questo grave problema, un tombale silenzio.

 

Intanto le province vicine stanno attivando iniziative di supporto ai pastori per la guardiania. Proposte che noi come minoranza gridiamo da tempo. Le abbiamo anche formalizzate in uno specifico disegno di legge. 

 

Da parte della lega il silenzio regna sovrano. 

Anzi, meglio incentivare quei normali piccoli screzi che affliggono dall’interno il mondo allevatoriale per non ritrovarsi una categoria unita contro.