Strade dissestate e comunità abbandonate. La PAT è finita in miseria?

Da Michele Dallapiccola

C’era un tempo dove lo strumento delle Somme Urgenze in Provincia di Trento era un fatto reale. Esisteva. 

Poi sono cambiate le cose, è cambiata amministrazione provinciale e tutto importa meno, per non dire nulla. Così, casi di utilissime strade, franate e mai riparate, rimangono lì nel limbo, per mesi senza che nessuno le ripari. Dalla Provincia, l’apparato risponde che si deve attendere che lo strumento della Somma Urgenza venga finanziato. Intanto il tempo passa e i disagi si moltiplicano.


Il fatto grave è che questo accade nel totale silenzio di chi dovrebbe alimentare la risposta della politica attraverso un giusto stimolo.


Eppure, questo stato di cose, in questo frangente storico sembra un male piuttosto diffuso. Prendiamo il caso dell’imprenditoria trentina ad esempio. Nel CDA di Trentino Sviluppo, la lega ha pensato bene di inserire una novità. Parliamo del portato intellettuale di due nobilissime professioni, interpretate da altrettante persone perbene che anche io stimo tanto. Un ristoratore e un maestro di sci. Ecco, sono queste le professionalità che la giunta ha scelto tra le tante per guidare le politiche industriali del Trentino del prossimo quinquennio. Evidentemente, la lega ritiene che la loro indubbia professionalità sia la migliore, la più adatta, la meglio indicata ad interpretare gli indirizzi di settore a favore di imprese industria e artigianato del Trentino. Un comparto che da solo cuba – credo – oltre 6 (dico sei) miliardi di €. Più indotto. Il silenzio di Industriali, artigiani associazioni di settore certifica che queste parti sociali sono contente così. 

Il caso delle strade comunali franate mai sistemate

Probabilmente deve valere la stessa cosa anche per il sistema degli enti locali. Sono almeno 8 in Provincia le strade comunali che ho presente io, franate negli ultimi due anni e che attendono risposta da parte della PAT. Si tratta di danni occorsi durante qualche evento meteorologico avverso come sempre più frequentemente avviene. Eppure nel silenzio collettivo, le amministrazioni attendono risposta dalla Provincia e con loro, i rispettivi censiti che di quelle strade dovrebbero farne uso.


Anche il quotidiano IL DOLOMITI si era occupato di uno di questi casi, in particolare a Torcegno. Aprendo questo link trovate la vicenda completa.


Perché, ad esempio, il Consorzio dei Comuni non si fa carico di spingere in tal senso? Perché le amministrazioni anche solo una ad una non sollevano il problema? La Provincia non è caduta in miseria, i fondi ci sono. Va infatti precisato che per la crisi da Covid, i soldi ce li ha messi lo Stato. Per le provvidenze necessarie a coprire le manovre aggiuntive il Trentino è stato autorizzato a contrarre nuovo debito.


E’ questo il motivo del perchè, per le cose che interessano alla lega, i fondi ci sono. Coi soldi dei carri raccolta mele, ad esempio, si sarebbero potute sistemare già da tempo alcune di queste problematicità, se solo si fosse voluto. Probabilmente la maggioranza preferisce guardare altrove, tenendo i fondi a disposizione per qualche sacca di consenso da capitalizzare il prossimo anno.


Allora forse, in senso metaforico è questa la vera nuova miseria della PAT. Si accompagna al silenzio di qualcuno. Non al mio di Consigliere di Controllo.