QUELLI DI PRIMA O QUELLI DI ADESSO. Piccola storia di resistenza trentina tra pericoli e certezze.

Da Michele Dallapiccola

Il tempo vola e chi amministra lo sa, cinque anni passano in fretta. Trascorse le elezioni, è un attimo, ritrovarsi a fare conti e bilanci, su come sono andate le cose. E forse – dico forse – comincia ad accorgersene anche questa giunta.

Dopo aver trascorso gran parte del proprio tempo a smontare, pare non abbia ancora finito. 


Ogni assessore ha fatto il suo compitino prestandosi ad attivare la sua claSTica riforma o la sua piccola rivoluzione.  Del resto lo avevano detto, no, che erano il governo del cambiamento? E mica avevano specificato se in meglio o in peggio.


Dal turismo alla sanità fino alla scuola con ritorno ad un vecchio sistema piramidale. Tutto è stato un po’ diciamolo pure, strapazzato. Sull’ambiente poi, è stato fatto un vero e proprio capolavoro buttando all’ammasso la partita sui rinnovi di concessione delle centrali idroelettriche. Così sul futuro economico dei nostri Comuni ora si staglia l’ombra della perdita di importanti proventi. Per alcuni di loro però una certezza, torneranno i rifiuti. Eh sì, qui la novità è la riapertura – a sorpresa – di alcune discariche. Una sorta, di motto: “ti tolgo i soldi ma ti porto i rifiuti”?


Della viabilità, di quella importante se n’è occupato il Presidente in persona. Affari grossi quelli della Valdastico. Eppure un progetto interessante per la Valsugana, aveva cominciato a prendere forma. Certo, andava fatto conoscere ai territori interessati e discusso con loro. E’ stato bruciato con l’idea progettuale di mettere a ferro e fuoco due valli.


Con lo sbocco a Rovereto anziché a Trento sud, oltre a devastare ambientalmente una valle anziché rimanere in tunnel come abbiamo spiegato molte volte il Trentino perderebbe l’unico vantaggio: la riduzione di traffico sulla ss 47. Così finiremmo per investire in un’opera che serve più ai veneti che a noi.

A proposito di superstrada Valsugana: arriva l’annuncio che del suo raddoppio a Ospedaletto ne parleremo nel ’27. (Evidentemente la lega conta di governare ancora  a lungo). Il cruccio delle strade non si ferma certo qui. Il capolavoro si è compiuto sul rinnovo di concessione dell’A22 dove a parte gli inciampi, si è consumata la diastasi tra Trento e Bolzano. Rivelando la terribile assenza di dialogo tra due Autonomie speciali. Una corda fragile la cui rottura potrebbe lasciare a terra una delle due Specialità. Indovinate quale? 


Quanto ancora ci sarebbe da recriminare, accusare criticare. Ma si sa è il gioco dei ruoli. Anche se talvolta è frustrante per chi si espone e antipatico a chi sta leggendo. 


Io lo capisco, perchè lo ho vissuto. Da entrambe le parti. Eppure non è nè facile nè giusto stare zitti, soprattutto per dovere civico. Ma di quanto ci sia di corretto o centrato nel nostro pensiero critico continua a darcene conferma il soggetto criticato. Il governo locale, la lega trentina, fatica sempre più a dare spiegazioni tecniche e razionali di quanto “combina”.


Fateci caso, più che il perchè delle scelte, antepone le colpe -tutte da verificare – delle cose che non vanno. 

Sempre con tre magiche parole VAIA COVID e QUELLI-DI-PRIMA. 


Leggo che ora la giunta comincerà ad occuparsi di marciapiedi. Magari provando a gestire qualcosa di minimale per una Provincia, penserà di centrare qualche risultato? Suggeriamo che lasciando funzionare le Comunità di Valle, che di riforma avevano molto meno bisogno che la Giunta, col fondo Strategico avrebbero potuto farlo loro. O i Comuni, che stanno ancora aspettando – udite bene – non quanto ma se, arriverà il Fondo Investimenti Minori! 


Il tempo è signore e soprattutto passa in fretta. Rivela molte cose. Anche le più spiacevoli.


Per fortuna, grazie alle nostre imprese, alla determinazione dei Trentini, gente di montagna, in questo quinquennio il Trentino non si è fermato. Nonostante VAIA COVID E dico io QUELLI DI ADESSO.