Il turismo trentino di domani. Diffuso, purché di qualità. Ma intanto la provincia risponde con Vasco Rossi.

Da Michele Dallapiccola

Sta per chiudere l’estate. E per il settore economico del turismo, uno dei più importanti della nostra provincia, anche una stagione molto interessante.

Per le valli dello sci, benché non prevalente si tratta pur sempre di una parte significativa dei propri bilanci. Nelle vallate meno infrastrutturate è invece la stagione più importante. In ogni caso, il primo raggio di sole su quella parte di imprese più colpite dal COVID.

Infatti, dopo un inverno in lockdown e a entrate zero, i mercati hanno trasmesso una botta di entusiasmo che ci voleva proprio. Una rondine non fa primavera e l’epidemia non è ancora finita. Lo sanno bene tutti gli operatori. Per questo, sarà molto importante che a partire dal livello internazionale, si completino i piani vaccinali. Solo così, l’epidemia potrà venir derubricata e la circolazione anche tra gli stati ritornerà serenamente libera. Ecco l’importanza di quello che sta dietro al Green Pass.


All’alba di quel nuovo giorno, tornerà tutto come prima?

E’ ragionevole pensare che non sarà così. Che nuovi scenari condizioneranno invece nuove forme di turismo. 

Di questo stato di cose sono sempre più convinte anche le imprese macro o micro quali esse siano. Con le istituzioni provano a sondare nuovi segmenti di mercato.


Ad esempio, mi è piaciuta l’iniziativa di Bolzano, passata sui media qualche tempo fa. Si mira ad attrarre gli smart workers. A QUESTO LINK LA NOTIZIA COMPLETA Non sono nicchie che faranno costruire nuovi imperi economici intendiamoci, ma una delle tante briciole da coltivare per ottenere la famosa pagnotta, questo sì.

E mentre la Provincia di Trento di scervella su come fare a comperare strutture alberghiere decotte, riesumando inquietanti piani che assomigliano troppo al lease back, la stessa Federalberghi lancia alcune opzioni e il mercato risponde subito


Il Trentino è pronto. Abbiamo moltissime strutture nuove, grandi e piccole, extralberghiere pronte a recepire i nuovi treni di mercato. Bed and breakfast, Vacanze in baita od Ospitalità in appartamento, Agritur hanno dimostrato di saper performare in maniera molto importante. 


Il bellissimo esempio di Maso Luch a Monclassico in Val di Sole.

Lo avvertono anche le istituzioni “minori” o meglio locali con un fiorire di iniziative di addestramento di questo nuovo tessuto imprenditoriale. Certificano che si può partire  felicemente anche dal basso. Bello l’esempio di Meano.


Manco a dirlo la Provincia da questo punto di vista latita. La giunta pare guidata da un unico faro. L’equazione è unica, parossistica:

turismo = impianti da sci+albergo


Il massimo della proposta innovative (o s-concertante) rispetto a quello che si fa dal passato pare sia proprio il concerto di Vasco Rossi. Affermando che serve al bene del turismo. Intendiamoci, delizia di grandi e piccini, artista meraviglioso. 


Qual’è la strada giusta? 

Tante piccole iniziative disseminate sul territorio, azioni che mirino a qualificare ulteriormente la qualità della nostra ospitalità, sono attività che allo stato attuale sembrano molto più adatte allo sviluppo disseminato sul nostro territorio così variegato.

Il Trentino non è fatto di solo Garda&Campiglio. Il punto è tutto lì. E mentre l’Alto Adige con grande coraggio comincia a parlare di numero chiuso nei posti letto e persone nelle località qui si continua a pensare all’ammasso di numeri dietro ai tornelli degli impianti. Quantità, e concentrata, pure.


Intano i trend che i nuovi mercati ci lasciano intendere sembrano molto interessanti per la situazione trentina descritta sopra: qualità, disseminata.