La politica ai tempi dei troppi galli nel pollaio

Da Michele Dallapiccola

La politica ai tempi dei troppi galli nel pollaio

Michele Dallapiccola – 28 Settembre 2021

Si scalda il clima politico evidentemente in vista delle provinciali del 2023.

E già da tempo la coalizione di maggioranza appare afflitta da alcuni mali tipici delle larghe coalizioni. Parliamo ovviamente di quella che in una prima fase, la carta stampata aveva definito lega con i suoi cespugli. Ebbene, gli iniziali impercettibili segni di disagio, oggi si sono concretizzate come delle vere e proprie schermaglie. Un po come capita ad un pollaio quando ci son dentro troppi galli.


La diaspora (anche) dalla lega

Un pò sulla scorta di quello che avviene secondo un cliché nazionale comune per altro a tutti gli schieramenti politici. Anche in Trentino stiamo assistendo ad una vera e propria transumanza a destra di consiglieri arrivati nell’emiciclo con la casacca di Salvini e militanti ora al servizio della Meloni. Solo che questi poi, nella questione relativa al rinnovo delle concessioni delle centrali idroelettriche la loro voce l’han proprio voluta far sentire. Va detto che non era certo una partita difficile. Hanno giocato sul campo dove l’assessorato all’ambiente, ha lasciato scritta una delle sue peggiori pagine della sua legislatura.


Non è andata meglio al Presidente con sua balzana idea di modificare il progetto della Valdastico. Anche da destra, specialmente da Rovereto è arrivato un “di qui non si passa” . 


Nel frattempo è entrata in fermento anche la zona “enti locali”. Tutto è cominciato con la manifesta novità dell’assegnazione di un incarico assessorile attribuito senza portafoglio mantenendo le competenze economiche in capo al presidente. A seguire, questa maggioranza leghista ha giocato la sua partita nei rapporti con i Comuni gestendo i sindaci secondo un vecchio adagio latino “Divide et impera”. Alla spicciolata, prima sul Fondo di riserva, nel futuro prossimo probabilmente anche sulla “legge 40”, i nostri cari Primi Cittadini si dovranno recare uno alla volta al cospetto del governo provinciale. 


I Sindaci ad un bivio

Il risultato è che ora tra i Sindaci si percepisce molta incertezza politica e grosse difficoltà a schierarsi. Anche tra quelli che hanno intenzione – come in ogni legislatura – di prendere in considerazione il percorso verso il Consiglio Provinciale. Solo pochi danno già ampi segnali di interesse a sostenere la lega, mentre sono sempre più consistenti i “rumors” riguardo alla formazione “motu proprio” di una lista civica sganciata dalla maggioranza provinciale. 


Vero è che quello dei sindaci è un partito – non partito che ad ogni elezione nasce e si divide secondo l’inclinazione politica di ciascun primo cittadino che lo anima. 


Dubito dunque che anche stavolta nemmeno: lega, contributi e fascia tricolore, sapranno riunirli sotto l’egida di un unico movimento.  


Si aprono nuovi scenari

Nel frattempo, dall’altra parte si comincia a delineare un quadro molto interessante, su modello di quanto successo per la città di Trento. L’aver individuato una persona capace e competente, in grado di non far pesare l’inclinazione politica ma piuttosto il modus operandi nell’approccio ai problemi, di fatto in qualche modo ha fatto scuola. 


Cercando non sconfinare nel vanesio, vogliamo orgogliosamente pensare che a dipingere questi tratti ci abbia messo del suo anche il nostro partito, il Patt. Che al di là di quello che deciderà per il suo futuro, a Trento, ha contribuito a  formare un bellissimo esempio. A livello personale lo vedremmo benissimo anche come format da estendere su base provinciale. Lì, tra l’altro, la guida ideale di una coalizione alternativa all’attuale governo provinciale potrebbe proprio essere civica centrista. E sarà con ogni probabilità il motivo che impedirà la riproposizione sic e simpliciter della coalizione di centro-sinistra-autonomista che pure si sfaldò alla fine della scorsa legislatura. 


Forse è perché vissi in prima persona quella fase che oggi avverto i segni di analogo declino anche dentro a questa maggioranza. Senza contare che anche nel corpo elettorale si avverte evidente un disagio da frustrazione per quel cercato cambiamento col voto non arrivato poi, nella vita di ciascuno.


Per capirci il bisogno principale dei trentini non era certo un concerto di Vasco Rossi ma una Sanità più solida. 


E intanto, mentre a Mattarello preparano il palco per il Concerto del Secolo, nel governo trentino sono già più che evidenti i segni di sindrome da troppi galli nel pollaio.


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