ANCORA NUOVE ASSUNZIONI ALLA FONDAZIONE MACH

Da Michele Dallapiccola

Pare che il capitolo che riguarda il personale della Fondazione Edmund Mach, stia riservando nuovi momenti di passione.

E che il bilancio della Fondazione abbia causato qualche preoccupazione alla Provincia, lo certifica l’intenso lavoro di cesello sui costi che ha gravemente impegnato le scorse amministrazioni.


Non è stato facile continuare a gestire successo, risultati e sostenibilità e al contempo il contenere le spese del prestigioso Istituto.

Perchè del lustro che la Fondazione ha fornito al comparto agricolo, ne ha beneficiato tutto il Trentino, non solo gli addetti ai lavori del campo d’esercizio elettivo. Infatti, il respiro di questa Istituzione ha abbracciato un ambito culturale più ampio. Si pensi solo al valore che ha manifestato la nascita del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente, nato per valorizzare le consolidate collaborazioni tra Fondazione Edmund Mach e Università di Trento nell’ambito della ricerca scientifica e della didattica. Il comunicato di allora lo potete leggere A QUESTO LINK.


Anche in passato non si è potuto parlare solo di cose belle, mi riferisco a qualche bel sacrificio sul bilancio. Purtroppo si tratta di un percorso partito da lontano, piegato – obtorto collo – dai dettami della Spending Review: la metaforica ascia romana che tagliò i conti della Provincia almeno fino alla fine del 2014. A quel punto, il bilancio provinciale venne ricomposto dal Patto di Garanzia sottoscritto dal Governo e dai due Presidenti di Trento e Bolzano. In un ambito di spesa determinato – ma anche pesantemente ridotto – la Provincia si trovò nella necessità di concordare un piano di contenimento dei budget anche con i suoi enti strumentali e con le sue partecipate. 


I sacrifici della Fondazione non sono stati invano

Persino la Fondazione Mach aderì assai coraggiosamente, arrivando a risparmiare qualche milione di euro all’anno. L’obiettivo di fare meglio con meno era di passare dai circa 45 milioni di euro di costi all’anno ai programmati 35 milioni all’anno mantenendo il più possibile intatto valore e prestigio di scuola e ricerca. Ovviamente il risultato fu centrato solo in parte.  


Ricordo infatti che lo straziante impegno si attuò tenendo conto delle varie esigenze dell’ente. Pesarono le sue prerogative ed suoi problemi, partendo dall’osservazione che tra questi, la carenza di personale non era certo tra i primi. Eppure questo percorso di riduzione di organico ha evidentemente imposto all’Ente, l’obbligo di segnare il passo sulle attività svolte come apprezzatissimo servizio della comunità specialmente agricola trentina.


E’ forse questo il recente motivo a causa del quale il Consiglio d’Amministrazione di FEM pare abbia deciso di rompere gli indugi.

Giunge voce ai sottoscritti di nuove assunzioni di personale. 


L’interrogazione chiarirà alcuni dubbi?

Per questo motivo con la Collega Paola Demagri abbiamo sentito il bisogno di interrogare la giunta per sapere: 

  • se sia stata informata di questo nuovo processo amministrativo 
  • quali siano i progetti di sviluppo che stanno dentro all’esigenza di assunzione di nuovo personale 
  • sulla base di quale metodo di selezione è stato eventualmente assunto il personale
  • quale prospettiva di maggiori costi è prevista a causa di questo cambiamento 
  • se sono in programma ancora nuove assunzioni