LATTE. TRENTINO.

Da Michele Dallapiccola

Lo sapevate che ogni anno il Trentino produce circa 150 milioni di litri di latte? Da meno di 30 mila vacche. Più o meno un terzo di quelle in Alto Adige. Ma questa è un’altra storia. 

Ma torniamo al nostro “oro bianco” delle montagne. 

Non si può evitare di parlare della galassia di Trentingrana Concast, la cooperativa di secondo livello che raduna praticamente tutti i caseifici sociali della provincia. Da sola, lì dentro insieme a meno di 20 “sorelle”, la Latte Trento ne raccoglie quasi la metà.


Questa in cifre è la carta d’identità del nostro settore lattiero caseario. Gli addetti ai lavori perdoneranno l’esasperata semplificazione. Va preso come un bonario tentativo di permettere alla più larga compagine di lettori di farsi un’idea in poche righe.


Ma c’è un esempio numerico in più da fare. Pur in maniera semplicistica, sembra curioso riportare un altro micro dato statistico.

Ogni 5 litri di latte che il Trentino produce si può dire che 1 (abbondante) finisca a Grigno in Valsugana.


Lo lavora la Casearia Monti Trentini. Un’azienda che nonostante le dimensioni ha mantenuto una dimensione familiare. La sua duttilità di esercizio operativo è forse da sempre il suo più grande pregio. Il mondo cooperativo che raccoglie tutto il resto del latte infatti, è accogliente ma anche guidato da una rappresentanza della compagine sociale. Ecco che questo pregiato vertice decisorio – per sua comprensibile e naturale conformazione – si trova a valorizzare le varie sensibilità in maniera molto sentita e giustamente prudente. L’effetto, è che spesso nei loro processi di scelta, il fulmicotone finisce per diventare un materiale raro o nella migliore delle ipotesi sottoutilizzato.


Qui nella Bassa Valsugana la dinamicità è di casa. Si corre, ci si evolve, si cavalca il mercato. E in questi anni, di queste attitudini, ne hanno beneficiato tantissimi agricoltori del Trentino. Tra loro anche alcuni che per varie ragioni non avevano voluto o potuto trovare casa altrove.


Il Trentino che produce. Bello grazie alla cooperazione e all’altra metà del cielo, l’impresa privata.

Quelli citati sopra sono solo alcuni dei principali meriti delle belle imprese trentine. Quelle che rendono colorata la nostre economia. Uscita dal pantano della depressione economica post bellica anche grazie ad una felicissima intuizione. Senza scomodare Orwell, si può dire che per lungo tempo la cooperazione, dell’economia trentina, è stata la grande madre. Oggi sempre più solo sorella. Il tempo cambia pesi e equilibri.

Sono sempre più forti le molte piccole e medie imprese private che fanno il bene dell’economia provinciale. Stimolano la propensione a crescere e a migliorare il nostro trentino.


E ci si ferma un pò a riflettere su realtà come queste, pulite, aperte a tutti, economicamente dialoganti col mondo intero. 


Si torna a casa con un po’ più di ottimismo e fiducia nel nostro futuro.