Opere pubbliche: doveva essere la stagione dei sì. Ma da Pinè comincia il duro scontro con la realtà.

Da Michele Dallapiccola

Deve esser stata una settimana difficile questa scorsa per la lega. Un quotidiano locale, riporta una notizia che solo all’apparenza si manifesta di modesto rilievo. 

La lega ha dovuto dire il suo primo no.

Questi i fatti: un gruppo di persone interessate alla questione, si sono recate in Provincia a perorare la propria causa. La richiesta consiste nel veder finanziata una delle tante opere milionarie che normalmente arrivano all’attenzione di chi governa. Ed è qui che avviene il fatto fenomenale. La Provincia si esprime con un no! 

 

Sarà stato l’entusiasmo di immaginare la valanga dei fondi che arrivano da fuori provincia per le opere olimpiche? Fatto sta che sull’altipiano di Pinè, di promesse e di complimenti, si sono spellati le mani. Non si son limitati a impegnarsi per la copertura multimilionaria dello stadio del ghiaccio. Con l’occasione hanno anche pensato di promettere una connessione viabilistica da sempre sognata. E, mi vien da dire, se tale, un perchè ci sarà pur stato.

Ma è giusto anche esser onesti. Si tratta o meglio si tratterebbe di un bel progetto, inutile negarlo. Connettere Brusago in linea retta a Molina rientra assolutamente nei lodevoli intenti del più saggio dei visionari. In senso più che positivo, qualora realizzato, questo collegamento darebbe alle località dei vantaggi non indifferenti. Il problema è che i costi di costruzione di un’opera di questo tenore sono assolutamente fuori scala rispetto alla vastità delle esigenze che ha il Trentino. E finalmente la lega è stata messa con le spalle al muro e ha deciso di dire la verità.

Potrebbe sembrare normale in un qualsiasi altro contesto amministrativo. Per questa maggioranza invece, il no è stato fin da subito bandito da ogni loro comunicato stampa.

Ad adiuvandum, ricordo una magistrale dissertazione d’apertura della prima manovra di bilancio a firma della lega. Un’impettito Presidente annunciava convinto – a tutti i trentini – che dopo la stagione dei no, finalmente, era arrivata quella dei sì!

Sarà stato l’entusiasmo del nuovo incarico amministrativo, sarà stato la scarsa conoscenza delle risorse pubbliche, fatto sta che il risultato di questa ferma convinzione ha comportato un’evidenza.

I leghisti hanno trascorso questi loro primi 3 anni governo a dispensare assenso ed ottimismo

Promesse per tutti!

Sulla scorta di questo slancio e di impeto abbiamo assistito a promesse di ogni genere. Varianti, ponti, strade e superstrade. Sugli impianti di risalita poi non si son lasciati mancare nulla.

Ad un certo punto del loro percorso amministrativo avevano pensato di fare anche un po’ di sintesi. In pratica annunciavano investimenti cadenzati al ritmo di una grande opera da 60-70 milioni all’anno. 

Qualcosa è andato storto

Fatto sta che anche qui deve essere andato storto qualcosa. Sono già passati tre anni e non abbiamo ancora visto nulla. Ora, per finire la legislatura, di anni all’appello ne mancano due. Sarà forse per questo che alla mal parata stanno cercando di concentrare due anni in uno.

Per la realizzazione del nuovo ospedale di Cavalese sembra che di milioni ce ne vogliano 140. Quasi da fare aleggiare il sogno di incaricare un privato. Direttamente!

Una praticabilità tecnico giuridica tutta da verificare, lascia sul terreno un solo fatto certo. Il finanziamento per ammodernare il nosocomio esistente è stato cancellato.

A suffragio della confusione che portano tutte queste promesse porto un altro esempio.

Gli abitanti della Bassa Valsugana potrebbero beneficiare di investimenti per sviluppare il proprio territorio per un valore di 60 milioni di euro. Si annunciano come sicuri. Già bell’e stanziati!

In realtà, di tutto questo bengodi, la popolazione locale potrebbe non vedere un becco d’un quattrino. Perchè? Sono, o meglio non sarebbero fondi dedicati ad uno sviluppo armonico della valle. Spesi insomma per creare lavoro tra turismo e agricoltura e artigianato. A lasciar fare ai leghisti, finirebbero invece tutti in per terra, spesi ad asfaltare la piana di Ospedaletto per raddoppiare la appena sistemata ss47. Insomma la si trasformerebbe in qualcosa che assomiglia sempre più ad un’autostrada, molto più utile veneti che ai locali. All’uopo della sicurezza andrebbe benissimo un sistema di controllo di velocità e sovrappasso come è stato installato a Pergine o a Grigno! 

Ma la lega è così, vive di annunci e di slogan. Così abbiamo passato anche l’ultima settimana di Consiglio provinciale a parlare di Valdastico. Come se si trattasse di un cantiere che inizia il prossimo anno e finisce quello dopo. 

Lo so che quelle che ho raccontato, messe in questo modo sembrano quasi barzellette. Invece sono gli annunci fatti sui media dalla lega. Ciascuno di noi può verificarli attraverso una semplice “googgolata”. 

Probabilmente anche questo è cambiamento. Si è passati da un modo di governare indirizzato del realismo ad una gestione di fantasia fatta di continue promesse elettorali. Per quanto tempo ancora?