Da qualche anno, la promozione turistica lancia anche la stagione autunnale; il tessuto d’impresa e il volontariato hanno risposto, le manifestazioni si sono moltiplicate.
E dopo lo stop imposto da motivi sanitari, anche la vita delle persone sta cercando di riprendersi i suoi spazi. Girando per il Trentino la cosa si percepisce tutta. E’ trascorsa così questa domenica d’autunno in un Trentino che tenta la ripresa dopo il Covid: da turista del Trentino.
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Visto il tipo di mezzo di trasporto utilizzato, la destinazione non poteva esser che breve: Festa della zucca a Pergine e mostra della Capra pezzata mochena a Centrale di Bedollo
All’affollatissima kermesse perginese – norme anticovid permettendo – non mancava proprio nulla. Una mostra dedicata al prodotto agricolo autunnale per antonomasia -sua maestà la zucca – proposta insieme alle altre delizie di stagione.
Nota culturale in plauso agli organizzatori, il fatto di aver portato in mostra almeno anche un piccolo omaggio alla zootecnia.
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A Bedollo il clima era più intimo, più tecnico ma non meno festoso. Con l’attenta presenza dei servizi veterinari, e dei giudici di gara, i proprietari hanno trasmesso al numeroso pubblico tutta la loro passione per gli animali e per la loro terra.
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Qui la nota di colore l’ha portata la giunta provinciale, reduce da un recente convegno a Pinzolo dove era emersa forte la polemica sui piccoli ruminanti al pascolo in alta quota. Qui a Centrale per fortuna, le polemiche sulle malghe e sui pastori, però non ci stavano proprio. Dunque, orfana della festa di una razza in estinzione – la vacca Rendena a Pinzolo, la reggenza provinciale si è accontentata di una specie minore in Bedollo. Ah, pur sempre pericolo d’estinzione, intendiamoci. Per fortuna nel locale lieto fine ha avuto parole di elogio per il delizioso autoctono caprino i cui esemplari, astanti, sembravano quasi apprezzare.
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Lo sguardo era fisso, nel vuoto, tipico del momento del loro ritmato ruminare. Provocava il tintinnio dei loro campanelli. Era un rumore gradevole che accompagnava un transitorio momento di solennità.
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Mi è piaciuto parlare coi pastori intervenuti, nei classici crocchi delle retrovie, lontani da palco e microfoni. Parlavano di animali, del ritrovato valore di questa professione e della mai migliorata remuneratività. I commenti son sempre i soliti: come andrà la PAC? Che burocrazia e quanto difficile è diventato, il muoversi oggi coi greggi in transumanza?
Pochi i commenti sui grandi carnivori. Forse per sdegno, più probabilmente per rassegnazione.