Ad Alpbach in Austria il 21 ed il 22 ottobre l’assemblea delle tre Province che collaborano dentro dell’Euregio hanno incontrato il loro trentesimo compleanno.
Senz’ombra di dubbio si è trattato di un momento istituzionale ma a mio vedere soprattutto un fatto culturale. E’ condizione d’obbligo per una politica moderna che si rispetti, allargare i propri orizzonti di visione e di strategia collaborativa. E per un amministratore che intenda svolgere al meglio il proprio compito, è giusto interrogarsi quali soluzioni possano elaborare province confinanti soprattutto quando poste di fronte ad uno stesso problema.
Ebbene in un momento politico di confronto quale è stato quello di questa due giorni Tirolese, l’aspetto formidabile è stato il poter ottenere la risposta in diretta. Grazie alla discussione, agli interventi dei singoli consiglieri il momento di confronto ha destato estrema curiosità.
La discussione attraverso le mozioni
Nella loro discussione stretta e cadenzata le mozioni che impegnano i rispettivi governi hanno riguardato molti ambiti. Turismo, salute, sociale e in senso più trasversale alcuni argomenti di interesse generale.
Tra questi, la questione che mi ha più colpito è stata quella relativa alla gestione dei grandi carnivori. In effetti è stata anche quella maggiormente discussa e partecipata.
Nel dibattito non sono mancati al loro compito i rispettivi assessori. Unanime il coro dei consiglieri che si sono dichiarati a favore della montagna abitata. Fatto che si verifica in funzione di numerosi fattori.
Tra questi anche un ragionato contenimento dei Grandi Carnivori. Pur concordi a considerare queste specie così importanti per l’ecosistema, tutti hanno evidenziato l’evidente squilibrio che si sta generando tra la loro continua replicazione e la coesistente zootecnia di montagna
Ebbene, il pur nutrito il dibattito che ne è scaturito – a mio modesto modo di vedere – ha affrontato il problema soltanto in parte. La discussione ha affrontato la questione descrivendola troppo da lontano. L’ottica era quella legislativa come non potrebbe essere diversamente dentro a tre Consigli provinciali. Il problema trascurato riguarda le inevitabili esigenze della pastorizia di oggi. Anche una solo parziale soluzione al problema che genera la presenza dei grandi carnivori è infatti ancora lunga a venire. Anzi, forse non avverrà nemmeno mai.
Quali le prospettive per il Trentino?
Attendere soluzioni che partono da Bruxelles da Vienna o da Roma è lungo e complicato. Intanto gli allevatori hanno bisogno di lavorare. Oggi, subito. A lenire il problema, contribuirebbero soluzioni spicce di modesta portata che molto facilmente potrebbero essere gestite a livello provinciale. Sono stati assai numerosi gli atti politici depositati fino ad oggi.
Potrebbero partire senza il bisogno di ottenere un largo consenso a livello euroregionale. I sistemi di protezione ma soprattutto il rinforzo alle attività di guardiania potrebbero risultare dirimenti in una fase di transizione che potrebbe durare anni prima di permetterci di arrivare a un controllo di una popolazione di grandi carnivori che è sempre più in espansione.
I servizi di guardiania sono formidabili sul piano della protezione del bestiame perché dove c’è costante presenza umana i lupi stanno lontani. Anzi con le dovute precauzione anche gli orsi. A livello nazionale ci sono iniziative basate sul volontariato che come abbiamo più volte evidenziato in Trentino potrebbero trovare il modo di venire remunerate.
Gli esempi ci sono e si potrebbero adattare benissimo al contesto locale grazie alle prerogative della nostra autonomia.
Ma per fare questo bisognerebbe passare dalla fase in cui si cerca di dare la colpa a qualcuno a quella tecnico-operativa. Poco consona, mi par di capire a questo governo provinciale.