La gestione dei rifiuti come responsabilità collettiva, pubblica e privata.

Da Michele Dallapiccola

Non fosse eccessivamente complicato a causa di questioni logistiche, di sicurezza e di incolumità delle persone, sarebbe davvero interessante aprire alcuni siti per la gestione dei rifiuti, al pubblico o alle visite scolastiche formative.

Troverei estremamente istruttivo, permettere a tutti di capire come funziona un centro di deposito o di riciclaggio dei vari materiali. Colpirebbe cuore e coscienza di ciascuno vedere di persona dove vanno a finire i nostri rifiuti; chi e come si opera per differenziarli; dove va a finire tutto quello che scartiamo. Soprattutto quando stiamo lontani da uno stile di vita sostenibile.


Per sempre e per tutti.

Oltre alla sua interpretazione semplicistica stretta, la sostenibilità dovrebbe rappresentare il mantra di ogni ordine e grado per ogni schieramento politico partitico che si rispetti. A nessun’attività umana si dovrebbe concedere la possibilità di ingombrare il futuro di chi verrà dopo. 


Niente di chimico, fisico o biologico, artificialmente prodotto andrebbe messo in circolazione, occupando o modificando spazio se non per breve o brevissimo tempo. Allo sviluppo e alla prosecuzione della vita non va preclusa nessuna possibilità. E anche se questi possono sembrare discorsi eccessivamente filosofici soprattutto se meditati davanti ad un concretissimo bidone strapieno di immondizia, sono invece argomenti estremamente attuali e pungenti.


Questi ragionamenti riguardano invece l’attualità e si inseriscono nei principi contenuti negli aggiornamenti del 4° Piano provinciale smaltimento Rifiuti. Non a caso, le preoccupazioni che riguardano la riapertura di alcune discariche, nelle valli interessate, hanno provocato un diffuso stato di estrema apprensione. Più che comprensibile, considerato il disagio derivante dal veder transitare sulla propria porta di casa un aumentato traffico di veicoli pesanti, carico tra l’altro di rifiuti di vario genere.


Cosa può fare ciascuno di noi?

Non basta invece inveire sulla politica provinciale che riapre le discariche. Anche se è importante far sentire la propria voce a chi governa, anche a costo di alzarla.


Ci sono degli elementi determinanti:

  • Lo stile di vita consapevole con un impegno personale pesante nella riduzione della propria “carbon footprint” e nella produzione di rifiuti non riciclabili.

  • Amministrazioni locali che spingano in maniera pesante sui processi di raccolta differenziata fin dalla sua origine, ragionate politiche pubbliche che attivino pur in estrema ratio, lo smaltimento mediante pirolisi o trattamenti similari.

Questi capisaldi appresentano l’unica strada per salvare il nostro pianeta. Perché pagare non è sufficiente; scaricare le responsabilità attraverso il vil denaro è un percorso che non è ammesso né concesso a nessuno.


A meno che non si parli di rifiuti particolarmente complessi da smaltire. In tal caso la differenziazione e il relativo riciclo devono diventare dei costi che ciascuno deve assumersi fin dall’origine del prodotto.


Di cosa stiamo parlando? Di produzioni industriali o artigianali complesse, di prodotti del settore manifatturiero. Da qui la fondamentale importanza dell’esistenza di un comparto produttivo anche privato che si occupi del recupero e del riciclaggio intelligente dei materiali.

La recente visita ad una delle più affermate aziende del settore, la Rigotti F.lli di Trento colpisce per la professionalità con la quale si affronta la materia. 


E l’aria che si respira uscendo all’aperto dopo la visita, riempie i polmoni di soddisfazione. Sono i pensieri che vanno alla tecnologia e alle persone che la applicano, al servizio della nostra salute. Anche in Trentino.


Che questo esempio privato, possa accompagnare positivamente anche le azioni della politica provinciale in materia.