Lega e trote. “Non è colpa nostra se ci sono problemi”

Da Michele Dallapiccola

Con la trota fario come andrà a finire? La vicenda normativa che impedirebbe il ripopolamento delle nostre acque valorizzando anche la trota fario potrebbe non vedere un lieto fine.

La paura che la lega ci giochi un po’ come ha fatto con la questione “orso&lupo” è piuttosto concreta. 

Per questo abbiamo voluto interrogare. Volevamo capire le intenzioni della giunta su un divieto imposto dallo Stato, attraverso l’attuazione definitiva del decreto 357/’97: la trasposizione della direttiva “habitat” in Italia. In linea di massima, si presenta come un provvedimento apprezzato poiché articolato su molteplici aspetti. Il problema si è generato da quando la norma è entrata in maniera acritica e permettetemi, a gamba tesa, su aspetti eccessivamente particolari.

Così è occorso alla trota fario, specie presente da alcuni secoli sul territorio provinciale. Al suo riguardo la legge è assai severa e ne prevede l’eliminazione attraverso il divieto di ripopolamento dei nostri fiumi. Questo perché lo Stato considererebbe autoctono solo tutto ciò che risale al periodo anteriore alla scoperta dell’America.

Della simpatica specie ittica, la letteratura riporta tracce a partire dai primi anni del 1500. Così per pochi anni di differenza, i nostri pescatori rischiano di rimanere – è proprio il caso di dirlo – a bocca asciutta. 

È pur vero che la giunta ha voluto rispondere in maniera rassicurante ricordando che la Provincia ha tentato di normare in maniera autonoma. Il problema è che lo fa mettendosi nelle mani di quella stessa Ispra di sempre. Quell’Istituto di riferimento ministeriale che difficilmente prenderà le parti delle periferie lasciando al palo ministero e regioni a statuto ordinario. A QUESTO LINK trovate anche l’articolo di approfondimento de IL DOLOMITI

Casi diversi, stesso metodo

Questo metodo, la lega lo utilizza in ogni occasione normativamente spinosa e difficile da affrontare. Cito un esempio verificatosi casualmente nel rapporto che questo governo provinciale manifesta con la gestione dei grandi carnivori. Incapace di mettere in campo soluzioni innovative o coraggiose, la lega si è limitata a dare la colpa al passato. Scrivere norme e presentarle in conferenza stampa, senza avere la certezza che lo Stato le accetti non serve a nulla.

E a poco è servito ingabbiare gli orsi lasciando che la convivenza degli allevatori con i grandi carnivori si affidi niente poco di meno che all’entropia.  

E se poi il governo impugna le norme e le cose funzionano peggio del passato alla lega sembra importare poco. La maggioranza provinciale appare serena propagandando il consenso che dovrebbe garantire il ricordare a tutti che non è colpa sua. 

“Non è colpa nostra noi abbiamo fatto tutto il possibile rivolgetevi a Roma con chi c’era prima!”

Non è certo una frase che vi giunge nuova.

Ma altrettanto è poca cosa per accontentare pescatori e allevatori. Soprattutto perché anche loro sono cittadini ed elettori insoddisfatti.