LA ZOOTECNIA CHIEDE ALLA POLITICA MAGGIORE TUTELA DELLA MONTAGNA

Da Michele Dallapiccola

E non è un caso che l’appello arrivi da una delle categorie più fragili della nostra economia, quella degli allevatori in sede di audizione in Consiglio Provinciale per il Bilancio.

Forse non più per la ridotta – a dir poco – marginalità del lavoro di allevatore, quanto piuttosto a causa del modello di vita che questo impone. 

Uno sprazzo di luce dalla nuova PAC ‘14-’20.

Assai semplicisticamente possiamo ritenere che il trend sarà confermato anche per i prossimi anni. Eppure questa interessante disponibilità finanziaria,  non sembra in grado di arrestare l‘emorragia delle partite IVA full-time di allevatori in Trentino. La produzione, nel comparto lattiero-caseario di questo ultimo decennio si presenta come tendenzialmente stabile.

Vi è una ben più grande funzione del sistema allevatoriale: quella relativa al compito di custodi del territorio. Un atto assolto attraverso la pratica del pascolo, presidiato dagli istituti d’alpeggio. Accanto a quelli bovini, alle quote più alte si accompagna quello degli ovicaprini. Poche aziende perlopiù transumanti, custodiscono le porzioni più alte delle nostre montagne: quelle sopra i 2000 mt di altitudine slm. In questo caso l’attività caratteristica si estrinseca esclusivamente attraverso la produzione carne destinata al mercato musulmano.

Per questo motivo appare fortemente condizionante l’apporto finanziario garantito dalla PAC.

Gli allevatori: non soltanto contributi finanziari.

Piuttosto regole uguali per tutti per l’assegnazione per le malghe e forte sostegno nella protezione degli armenti dalle aggressioni che derivano dalla convivenza obbligata con i grandi carnivori. 

 

Un’amministrazione pubblica che si rispetti, dovrebbe saper salvaguardare questi aspetti nell’ambito delle azioni di tutela della Nobile Arte del Pastore. Ma mentre in Provincia di Trento si tende ad ignorare i problemi minimizzando le difficoltà di convivenza con i grandi carnivori, in Alto Adige si insiste su ben altro registro. La professione di Pastore verrà valorizzata al punto da costruire vero e proprio percorso tecnico-professionale.

L’iniziativa altoatesina che purtroppo staglia il loro approccio alla valorizzazione della montagna come un gigante al confronto del piccolo Trentino. QUI IL LINK DELLA NUOVA OPPORTUNITA’ ALTOATESINA

 

Valandro, 1992: pastori altoatesini e trentini insieme.

Il sospetto è che la scarsa considerazione per il comparto sia da imputarsi ad una ancor più scarsa conoscenza della materia amministrata da parte di chi governa in questo momento La Provincia Autonoma di Trento. 

Qualora confermato, sarebbe davvero un peccato doverne prendere atto.