La carne, quella buona.

Da Michele Dallapiccola

E’ forse l’alimento più discusso tra quelli che mettiamo nel carrello della spesa. Parliamo della carne. 

Dal dopoguerra ad oggi, le generazioni che si sono susseguite, ne hanno interpretato il parabolico sviluppo. Il diagramma di consumi parte scarsissimo dopo la guerra e raggiunge picco determinato dal l’abbuffata dei boomers quelli nati nella prima metà degli anni 60. Dopo il nuovo millennio, il consumo ha cominciato a calare drasticamente.

Secondo un report della Coldiretti di un paio d’anni fa, il consumo medio annuo di carne in Italia era tra i più bassi in Europa, 79 kg a persona all’anno. Oggi, secondo i dati di Carni Sostenibili, siano a circa 77 kg capite/anno, circa la metà del maggior consumatore mondiale, gli Stati Uniti. 

Sempre Coldiretti, durante la presentazione dell’indagine la spesa degli italiani ai tempi del coronavirus, riporta dati interessanti che relegano sempre più la carne a cenerentola del carrello della spesa. C’è anche un dato curioso in controtendenza: sul podio dei prodotti alimentari più richiesti in questo periodo risalgono anche la carne in scatola, con un incremento del 60%.

Sul carrello della spesa la carne pesa il 10% di quanto investiamo per nutrirci. A QUESTO LINK UN’INTERSANTE ANALISI DI REPUBBLICA

Le abitudini di consumo cambiano non soltanto a causa delle mode ma anche per mutare della società. Chi avrebbe mai pensato ad esempio, che anche il mercato Halal potesse diventare così interessante? Notevole il caso della macelleria Largher, da sempre molto attiva nel settore innovazione, che ha attivato una linea di lavorazione apposita.

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Benvenuti mussulmani dunque? Di certo i pastori lo dicono. Come abbiamo avuto modo di scrivere in più occasioni, senza il mercato islamico questi produttori non saprebbero davvero come sopravvivere. A quanto pare dai numeri del settore sono circa 20.000 gli agnelli che vengono allevati e pressoché  totalmente consumati dal mondo arabo.

L’altro giorno mi sono preso la briga di fare un giro in un grosso centro della grande distribuzione organizzata. Ci ho trovato la carne bovina con il marchio Qualità Trentino.

L’ovino veniva da lontano e gli unici due tagli presenti erano quelli che oggi consigliano le ricette della cucina internazionale della TV e dei social.

Per fortuna ci sono anche le macellerie artigiane di fiducia. E alcuni esempi di vendita diretta e filiera corta.

Fortunatamente da loro, a richiesta, si può ancora ottenere di tutto al giusto prezzo. Lo consiglio.

Cambia il tempo e la carne sana buona e genuina dei nostri pascoli la lasciamo mangiare a chi evidentemente è molto più rispettoso delle sue tradizioni rispetto a noi.