EMERGENZA NIDO NELLE VALLI DEL TRENTINO?

Da Michele Dallapiccola

E’ risaputo che i servizi della prima infanzia sono uno dei pilastri di una società evoluta, progressista e capace di favorire la natalità.

A modestissimo esempio, ricordo come la realizzazione di un vero Asilo Nido sia stato uno dei principali motivi d’orgoglio a Civezzano delle nostre liste CIVES. Oggi capitanate proprio da una donna – Katia Fortarel – continuano ad impegnarsi nel migliore dei modi per mantenere innanzitutto adeguato, quel servizio prima di altri.

E i risultati si vedono. Il Nido convenzionato Civezzano/Fornace, conta 60 posti tutti assolutamente gettonatissimi.

A livello provinciale le cose non vanno, ovunque, altrettanto bene. Quando le segnalazioni arrivano fino a noi Consiglieri di opposizione vuol dire che le condizioni carenziali sono già in avanzato stato di crisi. Tra tutti cito gli esempi del Primiero o della Val Rendena. Eh sì, proprio quella che fiduciosamente ha votato un parlamentare, un consigliere e tre assessori provinciali. Ricordo, persone organiche alla filiale del partito che Salvini ha aperto in Trentino. Si tratta della compagine politica che sbandiera il rapporto città/valli come primo motore delle sue azioni politiche.

Se come descritto sopra, l’aiuto alla – natalità – passa innanzitutto attraverso l’erogazione dei servizi alla -perinatalità -, realizzare un adeguato numero di posti nido in valli, tra l’altro ricche di lavoro e di imprese, è il primo atto necessario. 

Dalla Val Rendena al Primiero, i posti al Nido scarseggiano. 

E la cosa è ancor più grave se si pensa che siamo passati dalle promesse di campagna elettorale dei nidi gratis, alla triste realtà del fatto che non ci sono nemmeno posti a pagamento!

Evidentemente il problema deriva da una scarsa programmazione territoriale. Anche perché se è vero che un’opera non si realizza in pochi anni, da qualche parte bisognerà pur cominciare. Intanto, languono i finanziamenti. Questo perché pare che, l’Accordo di finanza locale coi Comuni, abbia già lasciato molti illusi sul tappeto. Non di meno sarebbe utile sapere perchè, si collochino sul fondo di riserva 192 milioni di €uro. Si badi bene, nell’anno post Covid, quello che più dovrebbe presentarsi povero di risorse. Per dare un termine di paragone la giunta Rossi nel suo penultimi anno di mandato i milioni a bilancio sullo stesso capitolo erano 33. 

Quando scarseggiano le risorse può sopperire la fantasia. E’ evidente che alle spalle la presenza provinciale è determinate. Nel bene o nel male. Ne sa qualcosa proprio il Comune che ho citato in apertura: il mio.

All’inizio degli anni 2000, dall’allora Assessore Grisenti, anche Civezzano fu infatti lasciato a secco di finanziamenti per un’analoga opera straordinaria. La CIVES non si pianse addosso e riadattò un vecchio appartamento di custode dell’ex Collegio, a nuovo asilo nido. Fece la sua funzione fin quando la Provincia sbloccò l’agognato finanziamento.

Mi pare che il via libera sia coinciso con il cambio di dicastero. Mi pare.