Un voto (d’astensione) non fa primavera (politica).

Da Michele Dallapiccola

A chi segue la cronaca politica locale, non sarà sfuggito che questa passata è stata la settimana di approvazione del Bilancio di previsione della PAT per gli anni ‘22-’24. 

Poteva essere un bilancio significativo poiché il triennio al quale si riferisce supererà la chiusura di questo primo (e mi auguro unico) governo provinciale a trazione leghista. 

Come noto e specie durante la discussione del Bilancio in Consiglio, il ruolo dell’opposizione è quello di controllo e di proposta. Ognuno di noi, ha fatto dunque la propria parte. Aprendo questo link potrete leggere gli ordini del giorno presentati dal sottoscritto.

Luci (poche) e ombre (molte) delle proposte della destra al governo del Trentino.

Nel giudizio generale di questa manovra, mi permetto di segnalare due personali, pesanti considerazioni.

  • La prima è dettata dall’elevata incapacità di questo esecutivo di gestire il dissenso del loro potenziale elettorato. L’amministrazione “on-demand” impedisce spesso di prendere scelte forti. Talvolta porta però a soluzioni giuste e condivisibili. Lo è – ad esempio – l’investimento adottato per risolvere la vertenza contrattuale del pubblico impiego. 
  • La seconda segnalazione riguarda la conferma pressoché integrale dell’intero piano dell’opere pubbliche ereditato dalla precedente amministrazione. Sui più di 800 milioni ai quali ammonta la previsione, oltre 600 milioni di euro provengono da stanziamenti per delle opere programmate e già finanziate dalla precedente Giunta di Centrosinistra. Inoltre nella parte finanziata ora non c’è nessuna novità. Si tratta infatti prevalentemente di opere il cui iter amministrativo era già concluso o in avanzatissima fase di approvazione già all’inizio del loro mandato. Tra tutte gli esempi più importanti sono la variante di Pinzolo e il collegamento funiviario San Martino – Passo Rolle.

Il significato di un voto di astensione.

A seconda del tipo di voto adottato dai vari Consiglieri, verso manovre come questa, si codificano anche i rapporti tra le corrispondenti forze politiche. I voti di astensione possono dunque preludere a forme di accordo o collaborazione a venire che qui non ci sono. 

Il Gruppo Consiliare Patt ha espresso la sua non contrarietà alla manovra. Per quanto riguarda il sottoscritto e la collega Consigliera Paola Demagri, la non totale chiusura è dovuta al fatto che la quasi totalità delle opere pubbliche presentate ripropone quelle della precedente amministrazione. Nelle nostre duplici considerazioni di voto invece, non abbiamo voluto fare sconti a nessuno. Troppi buchi ancora irrisolti, troppe superficialità nell’approccio ai problemi.

Sanità, scuola, sociale e lavoro: sono i settori dove le carenze strutturali provocate da questo Governo si fanno più sentire. Ecco perché non va cercata nessuna espressione di avvicinamento o di indulgenza da parte mia e della collega Demagri, verso i salvinisti locali.

Eppure, nonostante tutto, attraverso la sua Segreteria di partito, la lega ha provato a dare una lettura politica più profonda. Per quanto mi riguarda è assolutamente il caso di smentirla.

Quello del prossimo anno sarà l’ultimo bilancio della giunta più a destra che oltre 70 anni di storia trentina abbiamo mai avuto. E di come si sia distinto questo governo fino ad ora, va lasciata a ciascuno la libertà di stabilirlo. 

Finora, a parer mio e di molte persone intorno a noi, la cifra che l’ha contraddistinto non è stata l’operatività o la competenza dimostrata nelle scelte. 

L’ultima occasione di voto su una manovra politica, si presenterà il prossimo anno. A quel punto sarà difficile poter manifestare ancora una volta indulgenza politica a causa di una serie di opere pubbliche inevase, ereditate dal passato, come invece è stato quest’anno. E il giudizio sarà irreprensibile.