GOVERNO PROVINCIALE. POCHE MANI ALLA FINE DELLA PARTITA.

Da Michele Dallapiccola

Se il periodo di governo fosse paragonabile ad una partita a briscola, allora saremmo autorizzati a pensare che questa giunta, con ogni probabilità, ha già giocato tutti i suoi carichi

Come avrete notato tutti, ogni membro del governo del cambiamento, presidente compreso, ha cercato di “giocarsi” la sua riforma.

Opere pubbliche/riassetto normativo.

La caparbietà di voler promuovere come fattibile il prolungamento della A31 fino a Rovereto sud è grande almeno quanto l’impossibile promessa quale è. Può invece destare attenzione un Piano che contenga almeno una grande opera da 50 a 60 milioni all’anno. Il confronto col recente passato dove le risorse erano anche meno è impietoso. Oltre a quelle minori nella nostra precedente legislatura solo con le due principali abbiamo avvicinato i 300 (Depuratore di Trento sud/Collegamento Loppio-Busa).

Di norme proposte dalla giunta provinciale e impugnate dal Governo centrale si è perso il conto. Come delle spese per resisterci in giudizio.

Turismo

Una riforma che aveva chiesto una sparuta minoranza ha prevalso su tutti. Aumento di burocrazia, livelli di gestione e tassa di soggiorno costringono la promozione locale a doversi riorganizzare durante il peggior periodo dal dopoguerra che il turismo abbia mai conosciuto.

Sanità

Sembra quasi organizzata per corrispondenza una riforma che sempre più svela la sua tendenza. Oltre ai tagli è palese il tentativo di privatizzare la sanità trentina. All’uopo, questa maggioranza si è scelta un direttore generale il cui modus operandi appreso nelle sue precedenti esperienze nazionali, va proprio in questa direzione. 

Comunità di Valle 

Romperà forse finalmente gli indugi questa maggioranza, troppo timida su questo aspetto. Ben diverso il piglio che manifestava nel suo pregresso momento di opposizione.

Diceva di cancellare tutto, finirà col gestire un piccolo make-up senza probabilmente cambiarne nemmeno il nome.

Agricoltura

Alla PAC 21-28, il piano europeo dei finanziamento agricoli, manca un 20% delle risorse. Son finite nel PNRR? Poco importa, la missione di non scontentare nessuno è praticamente impossibile. Eppure, intanto, si aiutano viti e mele quando già ci sta pensando il mercato E si trascura la zootecnia in mano ad un silente manipolo ormai costituito da un migliaio scarso di operatori. 

Ambiente

Di discariche e centraline ne abbiamo già parlato, sarebbe come agitare il coltello nella piaga. Di lupi, orsi e cinghiali, da chi ha lavorato una vita per il settore, si sarebbe potuto pretendere qualcosina(-ina) in più del grave silenzio.

Scuola e… cultura?

Reintrodurre la sovraintendenza e togliere l’obbligo del trilinguismo noncuranti del dissenso generale saranno sufficienti a scrivere qualcosa oltre la semplice cronaca? L’unica cosa certa è che a perderne è la completezza intellettuale dei nostri giovani, specialmente rispetto ai loro competitor più a nord. Nativi bilingui.

È dunque sempre più forte adesso che un gran bel concertone sistemi tutto. Tra polemiche e difficoltà oggettive, la manifestazione finirà in maniera agrodolce. Correranno il rischio che i danni superino i guadagni. Quest’ultimi sicuri soltanto con chi ha fatto un contratto dagli aspetti molto discutibili.

E intanto, mani da giocare ne restano davvero poche.