Al lavoro e alle imprese: con la prima ondata ristori, con la seconda rincari!

Da Michele Dallapiccola

Tegole sempre più pesanti rischiano di cadere sulla testa delle imprese. Anche locali.

Questo inizio d’anno staglia all’orizzonte sempre più definita la prospettiva di un’annata economica dai toni piuttosto oscuri. Possono sembrare banalità queste mie ma un primo ascolto, è sempre più chiaro e nitido il grido di allarme delle associazioni di categoria. 

Ad esempio, oggi gli allevatori terranno una conferenza stampa che con ogni probabilità avrà lo scopo di rimarcare le loro difficoltà. 

Il peggioramento delle condizioni economiche generali deriva dall’aumento dei costi di energia e materie prime, è arcinoto. E’ un fatto che rischia di vanificare il tentativo di compensare i danni della pandemia avvenuto attraverso il meccanismo dei ristori e dei finanziamenti del PNRR. 

In realtà la cosa stupisce poco se letta alla luce di una riflessione più istintuale che fattuale. 

Tutta la capacità di reazione finanziaria dell’Europa e del nostro Stato, si è basata sugli iniziali 700 miliardi stanziati dalla Comunità europea sommati ad una minoritaria quota di ulteriore debito italiano. A questo si sono aggiunti anche i debiti provinciali che ha contratto e contrarrà la lega al governo del Trentino. 

Chi ripagherà tutti questi soldi presi in prestito? 

E’ senza dubbio la domanda che tutti noi ci siamo posti più e più volte. E la risposta è facile: tutti noi. Il solo dubbio che rimane è: quando e come?

Con tutta probabilità sarà il mercato stesso a regolarsi da solo. lo fa e lo ha sempre fatto in maniera reattiva e giustificabile mescolata a chi ne approfitta delle condizioni generali di contesto di crisi. 

Prendete il caso degli incentivi in campo edile e del contestuale aumento dei costi per le malcapitate imprese soprattutto a causa di quelli delle materie prime. Alla fine i vantaggi messi in campo dallo Stato sono finiti tutti lì. Ed ora che dire dell’aumento del costo dell’energia? Bollette salatissime che alla cieca, senza pietà, colpiscono privati ed imprese. Quei ristori, in qualche caso molto consistenti, hanno solo apparentemente aiutato le nostre aziende. Sono stati la mano che dà. Peccato che subito dopo sia arrivata la mano che prende, quella dei rincari.  

Con la tensione sui bilanci pubblici così elevata, sarà difficile pensare a nuovi pesanti interventi in campo compensativo. Allora, forse più che ad una stagione di appalti, (senz’altro utili), dì shopping immobiliare e di concerti (meno urgenti), andranno ripensati gli impegni da inserire nel prossimo assestamento di bilancio della PAT.

Sarà indispensabile pensare di ridurre la tassazione provinciale e comunale nel massimo grado possibile. E’ un’azione che porta meno visibilità politica rispetto ad una promessa di un’opera o di un concertone, ma di certo aiuterebbe la società in maniera più completa e trasversale.