La giunta provinciale rompa i propri indugi e permetta alla FEM di spiccare il volo!

Da Michele Dallapiccola

Le considerazioni di qualche giorno fa, insieme alla collega Demagri, ci hanno portato ad interrogare la giunta sulle sue reali intenzioni di azione a supporto del prestigioso istituto.

Fondazione Edmund Mach: fermi a 150 milioni di € fa?

Quale Fondazione di ricerca della Provincia Autonoma di Trento unica nel suo genere in Italia, è riconosciuta a livello nazionale e internazionale per la qualità delle sue attività nell’ambito della ricerca, formazione secondaria superiore, di laurea e post laurea oltre che per la sperimentazione, consulenza e servizi per il comparto agricolo, agroalimentare e ambientale. Tra le attività annovera anche una azienda agricola sperimentale e produttiva di dimensioni significative per l’ordinarietà provinciale con 120 ettari coltivati, le cui produzioni viti enologiche sono un fiore all’occhiello dell’enologia provinciale.

Dal 2019, primo anno di insediamento e di governo a trazione leghista, dell’attuale maggioranza politica provinciale, presso la Fondazione è stata avviata una rivoluzione sia a livello dei vertici di governo nei ruoli di indirizzo e rappresentanza, Presidente e Consiglio di Amministrazione sia a livello amministrativo: Direttore Generale, Dirigenti, Responsabili di Dipartimento.

Si tratta di una rivoluzione che, a quanto pare, ha interessato i singoli nominativi. Sembra infatti non si sia verificata anche una conseguente sostanziale revisione dell’articolazione organizzativa della Fondazione, men che meno una nuova elaborazione e/o aggiornamento dei documenti programmatici e di strategia per la FEM.

Problemi di organizzazione

E’ di palese evidenza come oggi FEM versi ancora in piena provvisorietà, al limite della legittimità giuridica costitutiva del proprio Consiglio di Amministrazione, nominato a 5 componenti anziché a 8, totalmente privo di rappresentanti dei settori agricolo, zootecnico, agroalimentare e ambientale, locali, espressione statutaria delle associazioni di categoria e della cooperazione.

Consiglio di Amministrazione incompleto e Presidente in carica che governano una Fondazione, con in organico circa 700 unità di personale e un bilancio complessivo di circa 50 milioni di euro annui, di cui circa 40 milioni derivanti da trasferimenti, diretti e indiretti, della PAT, cercando di interpretare la mission, senza alcun documento programmatico aggiornato e/o neocostituito di riferimento.

Continue modifiche organizzative ai regolamenti di funzionamento della FEM, che oltre che limitare la trasparenza degli atti, spostano attività e connesse responsabilità dal Direttore Generale ai collaboratori con necessità di elevare quattro al rango di Dirigente (avviso pubblico di selezione in atto). Tanto da figurare una futura articolazione della Fondazione con sette Dirigenti e un Dirigente Generale a fronte dei tre Dirigenti e un Dirigente Generale presenti dal 2015 al 2019, con conseguente incremento significativo degli oneri per il personale.

Riduzione dei contenuti

Nell’ultimo triennio si sono solo susseguiti nel contesto istituzionale provinciale, nazionale ed europeo alcune piccole-grandi novità: Agenda 2030 e strategia di sviluppo sostenibile, nuovi indirizzi della politica agricola europea (Green Deal), PNRR etc. Tanto che in assenza di riferimenti non risulta un azzardo dire che siamo in una fase in cui la guida della FEM avviene con rotta a vista!

Se si consulta il sito Internet che per una Fondazione di Ricerca in particolare dovrebbe essere una vetrina delle referenze e attività in corso, in molte finestre risulta fermo al 2019. Cito quelle importanti e di frontiera come le attività di trasferimento tecnologico, valorizzazione della proprietà intellettuale, produzione scientifica, capacità di fundraising.

Assenti le pubblicazioni dei consueti rapporti di attività annuale degli ultimi tre anni, ad eccezione del Centro di Trasferimento tecnologico.

Dall’esame dei provvedimenti di competenza degli Organi di governo, reperibili sempre sul sito internet, si rileva che il Piano degli investimenti immobiliari da attuare attraverso la Patrimonio del Trentino procede molto a rilento. E’ pressoché fermo per le opere principali programmate e finanziate dal 2018, come la palazzina per la chimica; al palo anche l’ adeguamento strutturale ed energetico del complesso scolastico.

Attività di collaborazione con le altre realtà di ricerca locali FBK e UNITN, fortemente rallentate. Rapporti tra la Fondazione e l’Università di Trento per il Centro Agricoltura, Alimenti, Ambiente – C3A incagliati su aspetti tecnico-finanziari. Incarichi di rappresentanza della Fondazione nelle società partecipate assegnati a persone prive di rappresentanza legale per la stessa, con il risultato prossimo conseguente di ridurre la tempestività ed efficacia d’azione operativa.

La necessità di conoscere i perchè di queste considerazioni

Oggi quindi , dopo tre anni di “nuovo corso” con “nuovi fiduciari” nei ruoli chiave pare naturale, logico, ma oltremodo doveroso come Amministratori provinciali chieder conto dei primi risultati ottenuti. Da una disamina dei documenti consultabili nella sezione Amministrazione trasparente gli obiettivi raggiunti risultano in netta flessione a causa di una significativa contrazione delle attività in generale della Fondazione.

Dalla diminuzione dei contratti di service, di ricerca su bandi competitivi, di ricerca applicata, alla limitata capacità di reperire risorse finanziarie aggiuntive rispetto all’accordo di programma (finanziamento PAT), alle limite collaborazioni sinergiche con le altre realtà di ricerca locali, al lento completamento dei progetti di ricerca (es. Environment Food & Health – EFH ) e degli investimenti per la ricerca (infrastruttura di ricerca Fruitomics) con riduzioni importanti delle performance del comparto ricerca sia nel consuntivo 2020 che al 30 settembre 2021.

In funzione di queste premesse abbiamo formalmente interrogato la Giunta per sapere:

  • se è intenzione degli Organi di Governo della FEM sviluppare un documento di visione e programmatico, oltre alla generica carta di Rovereto, che individui le linee guida strategiche principali da perseguire con la mission per la Fondazione alla luce delle evoluzioni normative intercorse ed improntate allo sviluppo sostenibile delle Comunità e della attività agricola?
  • quante risorse ha introitato nell’ultimo triennio la FEM a seguito della valorizzazione, anche attraverso HIT, della proprietà intellettuale generata, portfolio brevetti (es. progetto Chardonnay +) ?
  • numero e valore dei progetti di ricerca su bandi competitivi nazionali, europei e internazionali che la FEM ha vinto nell’ultimo triennio?
  • l’andamento nell’ultimo quinquennio, in termini percentuali e valori assoluti, della capacità di autofinanziamento della Fondazione?
  • le intenzioni per il rinnovo delle convenzioni di consulenza agricola in scadenza al 31/12/2021 con il mondo agricolo locale: frutticolo, viticolo, zootecnico?
  • I tempi di esecuzione del piano di investimenti immobiliari da parte di Patrimonio del Trentino, concordato e approvato nel 2018? 
  • lo stato di aggiornamento della convenzione FEM/UniTN per il funzionamento del Centro Agricoltura, Alimenti, Ambiente?

L’interrogazione, che richiede risposta scritta, è firmata da Michele Dallapiccola e Paola Demagri.