Green pass falsi. Una triste vicenda.

Da Michele Dallapiccola

Per un politico di opposizione come me, questa poteva essere un’ottima occasione di buttarla in caciara, generalizzando il caso. 

Il ragionamento sarebbe stato basso, qualunquista, di questo tenore :”c’è una persona che potrebbe aver sbagliato, è un esponente attivista della lega, ergo, tutta la lega sbaglia!”

Ecco, io non voglio fare questo discorso, lo rifiuta la mia dignità. Anche se la lega, proprio in casi simili occorsi a governi del passato, aveva chiesto le dimissioni del presidente della giunta. 

La verità la rivelerà solo il corso della giustizia.

In questo momento l’unica cosa giusta è prendere atto che c’è una giustizia che farà luce su una persona che potrebbe aver sbagliato. Vero è, che si tratta di un amico di un consigliere provinciale della lega. E’ un dato di fatto che il web non dimentica e certifica.

Qui in paese lo scudo e il traino di Salvini però non contano. Possono aiutare in Provincia, specie se gli avversari sono stati litigiosi tra loro – come siamo stati noi – ma qui no. Qui contano le persone, il loro valore e la loro onestà.  

Le famiglie coinvolte meritano solidarietà

E’ questo il centro del discorso che voglio fare qui, oggi. Il mio è solo un pensiero di rammarico e di vicinanza innanzitutto alle famiglie al centro di questa vicenda. Innanzitutto perché, come già detto, fino a prova contraria siamo in molti a sperare che la vicenda si spenga in una bolla di sapone.

Le famiglie implicate, di origine e della persona coinvolta non meritano la gogna. Genitori, figli, parenti tutti, sono da sempre persone stimate dalla comunità, dentro ad essa integrate e lavoratrici. 

Sulla persona implicata nel tragico caso, io non mi sento di dire nulla, si esprimerà la magistratura. Non è giusto che chi non sa (la maggior parte di noi) condanni a priori. 

Potrebbero esserci molti altri colpevoli

Si potrebbe trattare di chi, consapevolmente, avesse utilizzato questo servizio. Tra le molte persone implicate in buonafede, ci potrebbe esser stato qualche novax scientemente attivatosi per avere un falso certificato di guarigione. Se così fosse stato, allora queste persone colpevolmente potrebbero aver girato indisturbate nella società civile diffondendo il virus. Avrebbero potuto mandare persone innocenti all’ospedale o peggio. Sarebbero forse meno colpevoli quelle persone? 

Un messaggio ai novax (e ai disonesti).

E’ un richiamo a chi invoca la libertà, la propria, senza rendersi conto che l’unico modo di esercitarla per un no vax è isolarsi dal mondo e vivere nell’eremitismo. Chiunque altro, non vaccinato, voglia invece girare indisturbato nella società civile da non immunizzato finisce per correre enormi rischi per se stesso e per il prossimo. Se poi volesse farlo con quei sotterfugi enunciati sopra, allora diventerebbe anch’egli un criminale da condannare, al pari di chi si fosse prestato a falsificare le cose. 

La vicenda in ogni caso, rimane molto brutta e la comunità di Civezzano – lo ripeto – questa triste esposizione mediatica non la merita affatto.