Parto con la Volkswagen, vado in val di Fiemme passando da Pinè. La storia degli impegni dei politici e la reale fattibilità delle cose. 

Da Michele Dallapiccola

Mi piace molto leggere di aspetti legati ad aspetti tecnici e di mercato dell’automotive. 

Da qualche giorno, un paio di notizie hanno stimolato in me un interessante paragone.

Le dichiarazioni di Herbert Diess, AD del Gruppo Volkswagen. 

In Europa spiega Diess la VW ha una quota di mercato di circa il 20%. Affinché questa quota sostenga l’obiettivo del 50% di veicoli elettrici imposto dalla UE, ha bisogno di 6 Gigafactory. Queste fabbriche dovrebbero essere operative entro il 2027 o il 2028 per consentire di raggiungere l’obiettivo per il 2030. È quasi impossibile farlo. VW ha solo il 20% del mercato, quindi 6 stabilimenti. L’Europa ha bisogno di 30 di questi impianti. Ogni impianto è di due chilometri per uno. Devono essere spostate enormi quantità di materie prime. Di questi tempi. A QUESTO LINK L’ARTICOLO COMPLETO

Insomma, come avete capito la politica europea si è presa un impegno che le imprese difficilmente saranno in grado di rispettare. E questo mi porta a raccontare della seconda notizia che riguarda invece la politica provinciale.

100 milioni di € tutti in Pinè per lo stadio del ghiaccio.

Dopo aver tentato in tutte le salse di propinare agli abitanti dell’altipiano come è fattibile un progetto mirabolante la Provincia ha dovuto ripiegare su progetti e impegni finanziari più a portata delle proprie tasche e della reale fattibilità tecnica.  Del resto, le Olimpiadi sono ormai alle porte e realizzare opere pubbliche milionarie non è certo come costruire una palazzina. Con tutto il rumore fatto, può succedere però che la Provincia autonoma di Trento possa venir mal intesa. Osservata dall’esterno potrebbe sembrare la terra del Bengodi. 

Così arrivano proposte milionarie da parte di qualche archistar. Peccato che far loro pronunciare la parola magica “Finanza di progetto” non risolva i problemi di natura economica, perché i milioni prima o poi alla fine ce li metterebbe la Provincia. Con gli interessi. Non parliamo poi della tempistica di realizzazione. Quelli per realizzare una struttura milionaria non scavalcano di certo la lentezza dell’iter autorizzativo. Ne sanno qualcosa gli abitanti di Cavalese. Avevano un appalto per rinnovare il loro ospedale bell’e pronto. Gabbati con lo specchietto per allodole di una favolosa finanza di progetto, si son lasciati cancellare i milioni stanziati. Non paghi, hanno permesso al partito dei gazebo di trascorrere tutta una legislatura in folle a decidere se è utile o meno avere l’ospedale dov’è o nel fondovalle. 

Intanto le promesse ci sono, quindi dov’è il problema, si chiederanno molti di voi? Perché non sognare auto elettriche per tutti, mega stadi da 100 milioni in Pinè o scambi immobiliari meravigliosi solo come un nuovo ospedale?

Perché l’ottimo è nemico del buono e ad aspettare chissà cosa si perde tempo. Le olimpiadi si avvicinano e il nuovo ospedale si allontana. A Pinè in particolare lo stadio del ghiaccio rischia di fare la stessa fine dell’altrettanto famoso Centro acquatico locale. Di Cavalese… non so proprio dire nulla.