L’amministrazione della Provincia Autonoma di Trento? Sempre più simile al resto d’Italia?

Da Michele Dallapiccola

Quanta impressione fanno i titoloni sui giornali locali. 

Specialmente quando sui media si parla di alleanze partitiche omologhe a quelle del livello nazionale: “Salvini ha detto così, Fratelli d’Italia si comporterà cosà, la lega con Mattarella ha tradito…” 

Accanto al gran parlare riguardo agli accadimenti nella politica nazionale, anche in amministrazione locale accadono cose mai viste in passato. Nella Autonomissima Provincia di Trento, i Sindaci si trovano costretti a mettersi d’accordo su come aderire al sistema dei finanziamenti distribuiti dal PNRR nazionale. Finiscono per respirare aria romana, i nostri primi cittadini. Saranno i primi a dover sperimentare la triste realtà che vivono le Regioni a Statuto ordinario dove manca l’Autonomia e tutto passa dalla centralissima Capitale.

Il fumo negli occhi.

Ci prova Fugatti a gettarlo, verso l’opinione pubblica. Tra conferenze stampa del concertone e rinnovi di promesse d’opere pubblica quasi fossero quelle battesimali. 

Vien proprio da chiedersi che cosa ne penserebbe l’immenso Degasperi potesse tornare anche un giorno soltanto. Un giorno, vissuto ancora per guardare che cosa ce ne siamo fatti delle Regole di autogoverno che per primo lui contribuì a darci.

Cosa direbbe, ad esempio, nel vedere che hanno usato uno strumento nobile come l’Autonomia per provare a tener aperti i negozi la domenica. Cito questo fatto non a caso.

Proprio in questi giorni una sentenza ha dato torto alla Provincia costringendola a pagare per l’illegittimità di quella norma. Una sentenza che a catena, probabilmente aprirà la strada ad altri contenziosi. Finirà per mandare “sotto” la Provincia, costringendola a pagare e provocando migliaia di euro di danni ai trentini.

E in campo sanitario? A cosa è servita l’Autonomia? Cosa ce ne siamo fatti dell’Autonomia durante la pandemia? Come gestiamo autonomamente (fatto che ovviamente non avviene) il reddito di garanzia/cittadinanza come accade invece in Alto Adige?

Vedesse tutto questo il vecchio Grande Alcide, si arrabbierebbe tantissimo. A randellate, ci manderebbe tutti a lavorare insieme per formare una fortissima Alleanza tra movimenti locali. Quelli che non possono esimersi dall’avere relazione coi partiti nazionali – ci mancherebbe – ma che liberi di operare le scelte locali si unirebbero sotto le direttive delle persone competenti del luogo. Quelle persone che guardano soprattutto all’interesse dei trentini e della nostra Autonomia. Fin quando da Roma ce la lasceranno esercitare appieno.

PS, giusto per non dimenticare, QUI IL LINK di un pensiero al riguardo dei FDI.