Il concerto si farà e sarà un successo. Con cinque buoni motivi per essere arrabbiati. 

Da Michele Dallapiccola

La felicità dei 37 mila trentini e 5mila altoatesini che hanno acquistato il biglietto si contrappone ad un gran numero di persone che non capiscono.

Dello stato d’animo dei restanti 500 mila abitanti qualche supposizione, infatti, possiamo anche farcela. A 400mila, verosimilmente importerà poco o nulla ma ci sono 100mila abitanti, quelli della città, che nella settimana del concerto, quanto a traffico e disagi, vedranno i sorci verdi. Per quattro buoni grossi motivi.

1 -Lo spreco di terreno o risorse che si impegneranno a spargere 27 ettari di legante.

Eppure non sarebbe stato difficile, provare ad immaginarlo prima. Ogni contadino o persona che solo minimamente se ne intende di campagna avrebbe riferito che a partire a così pochi mesi di distanza non è possibile trasformare 27 ettari di incolto in 27 ettari di prato stabile e radicato. I momenti di frizione con l’opinione pubblica, nascono da questi sopra e da tanti ulteriori fattori. 

2 -La disparità di comportamento tra l’Ente pubblico verso il concerto rispetto ai suoi concittadini.

Pensate a quanta burocrazia, deve investire un privato qualsiasi nel movimento terra. Per la caratterizzazione delle terre e rocce da scavo o per i permessi a lavorare intorno a corsi d’acqua, per un trentino qualsiasi possono essere necessari mesi per non dire anni. Qui invece, la Provincia bypassa tutto come se non bastasse utilizzando la protezione civile.

3 -L’enorme utilizzo di denaro pubblico in un momento di estrema crisi.

Senza contare che le stesse somme si sarebbero potute utilizzare con calma per promuovere comunque il turismo. Anziché in un solo mega evento della durata di un fine settimana si sarebbero potuti organizzare una serie di eventi di minore portata ma molto più numerosi, distribuiti nel corso di diversi fine settimana. Avrebbero portato le stesse persone ma più diluite nel tempo e dunque con un maggior ritorno per il territorio che le avrebbe ospitate. Insomma il rischio che per il turismo il ritorno economico assomigli più ad un fuoco di paglia che un bell’impianto di riscaldamento è elevato

4 -Il contratto l’artista.

Qui la Provincia proprio non pare essersi distinta per capacità di trattativa. Sembra quasi piuttosto che abbia “calato le braghe” di fronte a richieste assolutamente incomprensibili. Quando vedremo sfrecciare il cantante con l’elicottero del 118 – Pronto Soccorso, (come da contratto) avanti indietro da una valle turistica (dove risiede magari qualche figura politica di riferimento della lega locale) allora il pasticcio sarà davvero compiuto. 

5 – I rischi di un ammassamento così enorme di persone.

Mai testato prima in provincia in un tempo così breve, mai in un luogo così particolare. La prudenza e la diligenza di comportamento regneranno sovrane, la paura si dissiperà solo a concerto finito.

In conclusione

L’idea di un concerto per la Provincia Autonoma di Trento non è né una novità né una trovata geniale alla quale nessuno aveva mai pensato prima. Semplicemente gli amministratori del passato avevano valutato che nel bilancio dell’iniziativa i costi e i disagi superavano i benefici. Soltanto questo abbiamo voluto far notare al Presidente Fugatti in Consiglio. Dalle sue dichiarazioni di risposta pare invece si sia sentito quasi offeso. Le nostre, in effetti sono state considerazioni a tratti anche molto dure. Tuttavia, sarà bene che la lega prenda atto che ciò che noi diciamo in consiglio è frutto di quanto quotidianamente raccogliamo dai cittadini arrabbiati. Non capiscono il senso di un evento così impattante e costoso preparato tra l’altro con tale e tanta fretta da dover essere gestito dalla Protezione Civile. Come le disgrazie.