Dopo la panchina gigante ecco il cuore gigante. 

Da Michele Dallapiccola

E’ quello dell’ospitalità nella bella Valle di Ledro. 

Perchè qui, persone e ambiente certificano che uomo e natura possono convivere. In armonia. E forse, quello che un tempo era mancato sviluppo oggi è valore. 

Serve poco per stare bene. Tanto verde, pochissimo cemento, sole , acqua e buon cibo da condividere con gli amici. 

Il Trentino della buona qualità di vita è bello perché offre due volti. Il primo, delizia degli appassionati, è quello dei meravigliosi caroselli tecnologici degli impianti a fune. Oggi noi parliamo del secondo. Quello delle valli bianche o verdi a seconda delle stagioni. Dei declivi dedicati al trekking alla bike e al tempo libero. Così ad esempio, è Ledro. Una valle inconfondibile, da questo punto di vista. Un luogo che offre la possibilità di vivere tutte le esperienze riassunte in questo nuovo mood degli attuali trend di vacanza. 

Qui non c’è bisogno di impianti a fune che portino in Valle più persone del sostenibile. Non servono mega investimenti dal PNRR per digitalizzare più del dovuto. Qui gli abitanti chiedono soltanto di essere rispettati nelle loro peculiarità. 

Per questo va favorita l’armonia tra la zootecnia e le attività turistiche. Con norme ed iniziative ad hoc. Per questo il territorio va valorizzato ma non stravolto. Anche nel suo aspetto urbanistico e di paesaggio. Perché ciò che modifichiamo che consumiamo deve tenere conto del concetto di limite: deve poter procedere per sempre e per tutti. 

Ecco L’augurio più caro che possiamo fare a questa valle. Ha perso la propria APT e da chi ora la amministra, merita rispetto. Quello stesso sviluppo turistico-urbanistico che in passato ha stravolto la Busa, è opportuno che non varchi “l’Agnese”.

Ma ai ledrensi su questo e molto altro non serve certo insegnare nulla.