VITICOLTURA CHE PASSIONE.

Da Michele Dallapiccola

Nell’unica provincia che rima con vino, come non essere d’accordo?

Ma quale significato diamo al secondo sostantivo del titolo? Da un lato, come tutte le attività umane legate al settore primario, non si può che intenderne il significato più intimo, quello sentimentale. Chi ha intenzione di lavorare la terra per soldi anziché per amore è meglio che cambi strada. Questo va detto subito. Ma con la lega al governo del Trentino ci siamo regalati anche un significato in più, quello legato alla sofferenza. 

Casus belli, manco a dirlo è uno dei classici tra i problemi mal gestiti dalla politica locale e che affliggono i  viticoltori in questo frangente storico: la flavescenza dorata.

Intanto va dato atto alla giunta che uno spiraglio di ragionevolezza c’è stato. La recente delibera di approvazione di un bando a parziale ristoro della drammatica situazione qualcosa aiuta. Certo fa sorridere se la si legge prendendola in considerazione alla luce delle risposte della giunta alle nostre interrogazioni di due anni fa secondo cui non  servivano interventi economici, si poteva aspettare, il problema era sotto controllo. Nell’esposizione verbale del problema in Consiglio provinciale si parlava di “massima attenzione, massima vicinanza al mondo viticolo”. Insomma i soliti cliché verbali della lega per provare a tenere tutti buoni.

Presto o tardi, tutti i nodi vengono al pettine. 

E a quello dell’obbligo di mettere in campo qualcosa di concreto la giunta non poteva sfuggire. Peccato che tutto sia stato fatto senza entrare nel  cronico il bisogno di coordinamento di azioni e relazione tra chi si occupa della galassia vino. Cito tra tutte, ad esempio, le discrepanze sul metodo di monitoraggio che utilizzano FEM e Consorzio vini. E’ emerso chiaramente come esempio alla 14° giornata della Vite e del Vino promossa proprio dalla MACH. E’ pur vero che le criticità del comparto sono ben altre, ma non si può certo dire che la lega non perda occasione per farle venire a galla tutte. Doveva essere il governo della “task force vino”. Un Fugatti appena insediato prometteva fuochi pirotecnici ma i risultati eccezionali si sono sentiti come un petardo. 

Intanto, per fortuna, accanto a tutta questa polvere sotto al tappeto, l’impresa cooperativa sta portando a casa ottimi risultati. Facendo da sé.