Guerra in Ucraina, la resistenza di un popolo. Sembra irreale ma nel 2022 c’è ancora chi deve combattere per il proprio Paese.

Da Michele Dallapiccola

Non è ancora chiuso il sipario sulla tragedia della pandemia che ad adombrare il nostro futuro già si stagliano nuove nubi dense di preoccupazione.

Sono quelle della guerra in Ucraina ovviamente, portatrici di tragedia come mai avremmo potuto immaginare.  

Sembra incredibile che uno Stato così civilizzato, con una storia così densa di sofferenze e sviluppo possa comportarsi così. Quella Russia della Piazza Rossa, dell’Hermitage di San Pietroburgo, quella che tanto ha contribuito alla storia dell’Europa, possa esser responsabile di tutto questo. 

Nemmeno il più qualificato pool di esperti di geografia, storia contemporanea, politica e relazioni internazionali, poteva prevederlo. E nemmeno come o quando finirà o con che conseguenze. Le news, le notizie si sormontano. Gli speciali di approfondimento sui media non si contano più ma tra tutte una mi ha davvero colpito.

Ieri la stampa locale ha riportato la vicenda di un ragazzo ucraino che lavora nel Primiero. Appartiene ad una famiglia di emigrati, dunque persone speciali. Lo dico perché secondo il mio pensiero, chi fugge, chi sale su un barcone od oltrepassa montagne o deserti per cercare lavoro e fortuna in altre Nazioni è dotato di grandissimo coraggio. Può esser spinto dalla disperazione, non c’è dubbio ma dimostra soprattutto forza d’animo. E merita stima. Ma il 24enne del quale parliamo mostra pure una marcia in più. E’ partito volontariamente alla volta del suo paese per servirlo. Ho percorso per un attimo i turbamenti d’animo che ci affliggerebbero qualora toccasse a ciascuno di noi la stessa sorte. Alla fine penso che nessuno di noi esiterebbe un solo secondo. L’amore verso la propria terra sia qualcosa di viscerale, inespugnabile. Tuttavia è giusto riflettere che in questo momento, come tutti voi che state leggendo, il nostro giudizio lo diamo da accomodati dietro ad uno schermo e ad una tastiera. Molto più facile a dirsi che a farsi insomma. Non ci resta che attendere tifare e partecipare a qualche raccolta fondi in aiuto alle popolazioni colpite.

Poteva essere una guerra lampo, una sconfitta scontata per loro o un vittoria facile per Putin. Ed invece qualcosa sta andando per il verso imprevisto. La riflessione va fatta, soprattutto alla luce dell’esempio che ci hanno dato i tanti ucraini che in questo momento stanno resistendo. E anche noi, in questi giorni, ci sentiamo tutti un po’ Ucraini.