Eppure, sono milioni le persone per le quali questo è l’ultimo dei problemi.
Sono quelle appartenenti alle tante popolazioni del pianeta afflitte da guerra e fame. Al link di seguito una triste panoramica: APRI QUI.
In questo momento il mondo occidentale però, ha i riflettori particolarmente accesi su Russia e Ucraina.
Con ogni probabilità questo è dovuto al fatto che si tratta del più vasto conflitto a dimensione “europea” che abbia afflitto la nostra generazione.
Ma se dai media e dal web qualche news può sfuggire, c’è un dato numerico, spesso luminoso, nel quale incappiamo ogni giorno. E’ quello dei tabelloni dei prezzi carburante esposti al distributore. Ogni mattina quando usciamo di casa ci ricorda i nostri legami alle dinamiche politico economiche mondiali. E che l’aumento di queste ore sia strettamente connesso alla guerra in Ucraina è fatto evidente. Ma non l’unico. Ho individuato un’ottima sintesi delle principali cause nell’interessante articolo che trovate a questo link: APRI QUI
Eppure per la maggior parte delle persone, il costo del carburante è il primo vero segnale concreto dell’esistenza della guerra anche nel nostro Stato.
Si somma ad una situazione contingente già compromessa dai postumi non ancora sopiti di un drammatico momento sociale post-covid. Si tratta di un contesto che per qualche impresa sottoposta ad un insuperabile implementazione di costi di produzione, potrebbe rappresentare il vero colpo di grazia.
Dallo Stato non possiamo aspettarci grandi slanci. La Provincia, dal canto suo nel giro di tre anni è passata da circa 75 milioni€ a 90 di raccolta di addizionale IRPEF. E in queste condizioni è difficile pensare che Fugatti vorrà tornare ai livelli di sconto della Giunta Rossi.
La politica finirà per mettere in campo provvedimenti urgenti non potranno avere che carattere tampone. Avrà invece sicuramente i suoi effetti la contrazione dei consumi. Provocherà una reazione da parte del mercato, incredibilmente sensibile ai consumi nonostante si parli di un bene essenziale qual è il carburante.
Rivivremo un ricordo della mia generazione e quella precedente: le domeniche a targhe alterne. Durò poco ma segnò un’era.
Oggi le dinamiche sociali e di consumo sono completamente diverse da allora. Certo eliminare tutti gli spostamenti non necessari per non consumare carburante può debolmente aiutare. Come può ricordare la solidarietà rivolta alle imprese in difficoltà ma soprattutto agli sfollati di guerra. All’atto pratico però la sensazione di trovarsi in balia degli eventi è concreta e diffusa.
C’è ancora una speranza.
Non ci resterà che attendere ancora una volta la vecchia cara Europa. A Bruxelles sul tavolo ancora caldo del Recovey Found, si parla già di strumenti straordinari quali potrebbero essere i Bond europei e una nuova regolamentazione del debito degli Stati membri.
Senza mai perdere la speranza che il conflitto russo-ucraino possa ricomporsi nel più breve ed inaspettato dei tempi, nel frattempo ci resta ancora una piccola cosa da fare. Anche se la strada è libera, è meglio prestare attenzione alla velocità. Il consiglio per tutti è alzare il pedale!