LA POLITICA TRENTINA TRA CRISI DELLA ZOOTECNIA E CONCERTONE SEMBRA DIRE: CANTA CHE TI PASSA?

Da Michele Dallapiccola

La crisi del settore primario sta procedendo pari passo a quella che affligge gli altri settori. 

Fattori complessi, di contesto. Tragici momenti occasionali, affrontati in maniera goffa da chi governa in questo momento, tanto a livello locale che a quello statale. 

Di quanto siano state deludenti le proposte trentine di sostegno al settore agricolo ne abbiamo parlato i giorni scorsi, di come sia stata gestita la situazione al livello romano, ne ha parlato la stampa di settore.

Durante l’ultima seduta della Conferenza Stato-Regioni è stato presentato un documento contenente le richieste e proposte delle Regioni al governo per far fronte all’emergenza relativa ai costi dell’energia e alla disponibilità delle materie prime.

Ancora una volta, in sede romana, manca la voce della montagna della quale il Trentino Alto Adige poteva essere faro. Chi ha partecipato per il Trentino? Quali sono le nostre proposte, le nostre strategie, i nostri problemi specifici?

Perché gli assessori agricoltura in linea generale le loro proposte le hanno portate. A ben vedere tutte improntate ad affrontare le problematiche in ottica nazionale. Il Comunicato, CHE POTETE LEGGERE A QUESTO LINK, parla chiaro.

Il problema che si avverte leggendo la qualità delle proposte, è che queste, riguardano essenzialmente la generalità dello Stato italiano. Le zone di montagna, invece, hanno bisogno di misure specifiche. Che pure ci sono state; la narrazione legista locale ne parla in continuazione. Il problema che incontra però è il pragmatismo degli agricoltori. Di tangibile ed interessante riescono a vedere davvero poco, per non dir nulla.

Ad esempio, sperare che un “fondino” per la stabilizzazione del reddito, piccolo, risibile e mal congegnato tolga le castagne dal fuoco della crisi non è soltanto da ingenui ma piuttosto da sconsiderati. 

Lo ripeteremo fino allo sfinimento: questo governo non perde occasione per dimostrare il suo disinteresse per un settore sempre più in mano a pochissime centinaia di persone. 

Pensate alle contraddizioni che si manifestano in questi giorni. Non un ettaro bonificato dopo Vaia per ridare terra ai contadini. Invece, per bonificare 27 ettari per tenere un concertone si è mobilitato un esercito. Pensate ai milioni spesi e a quanto si sarebbe comunque potuto fare di diverso.

Nel pieno della guerra, della crisi economica, del caro carburanti o peggio della sanità a pezzi, che razza di impegno si è presa la Provincia finendo per trascurarne mille altri?

La lega al governo sembra quasi faccia apposta a dire agli agricoltori: “Canta che ti passa! E a maggio, tutti a Mattarello!”