Grandi carnivori. Che cosa aspetta la provincia a fare qualcosa?

Da Michele Dallapiccola

Tornano orso e lupo, come sempre con la bella stagione: la quarta da quando governa la lega.

E sulle norme che governano la presenza dei grandi carnivori siamo ancora di un nulla di fatto. La Provincia si limita ad attribuire la responsabilità a Roma. A QUESTO LINK uno dei tanti articoli dove si cerca la discolpa. Da sotto ai gazebo sembrava loro tutto più facile. Nelle riunioni pubbliche dalla platea, inveivano all’inettitudine di chi governava in quel momento.

Eppure questo fallimento annunciato del governo leghista a proposito di gestione dei carnivori, di consigli ne ha ricevuti. E parecchi. Sapevamo della normativa stringente che tutela più i carnivori che i pastori. Sapevamo che l’autorizzazione a sparare sarebbe arrivata con estrema difficoltà. Forse anche mai.

Per questo, pur contrari alla presenza dei carnivori sul nostro territorio abitato, abbiamo da sempre ricordato ai contadini che con questi predatori bisogna armarsi di contromisure.

Chi invece, dalla sua posizione di governo provinciale chiede di attendere norme che risolveranno il problema sta prendendo in giro gli allevatori. E se chiede pazienza che la colpa è di Roma non fa altro che testimonia la propria inettitudine a gestire il problema. 

Una proposta concreta.

In attesa di transizione ad una fase più proattiva della gestione (che forse mai arriverà) noi abbiamo da sempre suggerito una serie di proposte. Si concentrano tutte sulle azioni che secondo la letteratura internazionale danno maggiori garanzie di risultato.

Accanto all‘implementazione delle misure di formazione e informazione, ciò che si sarebbe dovuto potenziare sarebbero state le misure di protezione. Vanno fatti importanti investimenti in asset di contenitori e protezione fisica, quali sono., per intenderci recinzioni e simili. Questo vale soprattutto per l’allevamento amatoriale.

Per i professionisti invece la strada migliore resta l’implementazione dei servizi di guardiania valorizzando il patrimonio umano a disposizione. Questa proposta deriva dalla semplice emulazione di un progetto già attivo da anni nella bergamasca.

Questo sotto è un servizio di RAI3 già addirittura del 2017.

Sappiamo che la presenza umana, insieme a quella dei cani da guardiania, è l’unica deterrente per la presenza dei lupi. E con gli strumenti dell’autonomia si sarebbe potuto riprodurre a livello locale qualcosa di straordinario. Si sarebbe potuto…