PUO’ ESISTERE UN PATT SENZA UN NUOVO PATT? 

Da Michele Dallapiccola

L’attualità e il futuro del messaggio autonomista

Documento congressuale a sostegno della candidatura alla Segreteria Politica del Partito Autonomista Trentino Tirolese di Simone Marchiori e alla Vice Segreteria di Roberta Bergamo. Questi a seguire, sono pensieri in libertà che enunciano degli stimoli tutti da elaborare. Potranno divenire canovaccio di lavoro in fase programmatica qualora e quando il Partito avvertirà la necessità di raccogliere nuove idee. I firmatari di questo documento li sottoscrivono e li consegnano alla nuova dirigenza politica del PATT post congressuale 2022 come libero contributo politico-intellettuale.  

Raccontiamo una storia che parte da lontano, dalla sua radice: l’Associazione Studi Autonomistici Regionali, l’ASAR. A tre anni dalla sua fondazione, a partire dal PPTT nel 1948, dà il via a settantacinque anni di scissioni, fuoriuscite e piccoli aggiustamenti di simbolo che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri sotto le spoglie che conosciamo. E’ il Partito Autonomista Trentino Tirolese: il PATT. Nato durante l’indiscusso dominio del panorama politico da parte della Democrazia Cristiana impone da subito i suoi elementi distintivi. 

I suoi obiettivi politici hanno da sempre tenuto in fortissima considerazione due “messe a fuoco”. Innanzitutto l’attualità, perseguendo l’amministrazione della cosa pubblica col faro dei principi dell’autonomia. Non è mai stato perso di vista però anche il valore della cultura storica. 

Eppure, a giudicare dai numeri, questo partito non ha mai sfondato nel cuore dei trentini. Rispetto a quello degli altoatesini verso la SVP, l’interesse politico della popolazione locale ha da sempre preferito guardare ai partiti nazionali. Anzi, il Trentino dei tempi recenti è arrivato a tollerare e addirittura votare partiti nazionalisti statalisti. Di tutto questo sarebbe facile cercare le colpe in casa altrui. E’ invece da ritenere assai più produttivo guardarsi dentro. Come brevemente faremo qui di seguito.

I PUNTI DI FORZA e DI DEBOLEZZA.

Per una serie di ragioni, il Partito Autonomista è sempre stato poco accattivante per un gran numero di persone, soprattutto giovani. Eppure dentro ai messaggi che custodisce sono rappresentati tutti gli ingredienti per una società in equilibrio.  

Il rispetto del proprio passato, la competenza per la gestione del presente e la definizione di pensieri per il proprio futuro. Peculiarità che si possono leggere nelle azioni concrete dei suoi amministratori di riferimento, diretto o indiretto. Da Roma a Bruxelles, dai Comuni, alle Circoscrizioni, alle Comunità di Valle fino alla Provincia. Non c’è livello istituzionale dove il PATT non abbia i propri riferimenti. Ciò accade proprio perché l’approccio alla gestione della cosa pubblica è pragmatico.

Si tratta dell’antesignano amministrare tipico dell’agire civico. Un metodo che oggi è completamente sdoganato dalle attuali liste Civiche. Amministrano nei Comuni ed ora sono anche in lizza per la gestione della PAT.  Dal punto di vista programmatico, culturale ed organizzativo le basi per piacere, dunque, ci sono tutte. Non ci piove. Evidentemente quello che manca allora è un corretto modo di comunicarlo. 

Altro dato non trascurabile è che oggi il PATT riunisce in sé parecchie “anime”. E’ forse questo l’eufemismo più interessate per definire le inclinazioni politiche al suo interno. Atteggiamenti liberali, talvolta si scontrano con sensibilità sociali, esattamente come accade nella cugina SVP. L’attrattività da parte di chi ci osserva dall’esterno è garantita dalla rinomata attenzione alle radici storiche della terra trentina. Lo sforzo di non sconfinare nel parossismo è notevole e le nuove generazioni che hanno tentato di approcciare il partito si dividono immediatamente. Si formano legami interni con le persone che animano le due correnti ma lo scambio tra le stesse è poco fertile e tantomeno poco proficuo. Valgono ancora molto le relazioni interpersonali e la rete delle amicizie dei vari componenti di Partito. 

Il catalizzatore dell’auspicata coagulazione tra le parti potrebbe arrivare proprio da queste alcune piccole ma significative novità proposte.

COME MIGLIORARE? ALCUNI SUGGERIMENTI

  • Lavorare sull’aspetto dei mezzi di comunicazione e sui contenuti.

Se c’è una cosa che i nostri tesserati lamentano da sempre, è la mancanza di comunicazione tra la sede e la “base”. L’attività su carta, da sempre molto onerosa, ha conosciuto in questi anni ulteriori eccessi di difficoltà.

Fortunatamente la comunicazione digitale è stata in parallelo completamente sdoganata dalla diffusione degli smartphone. Oggi è alla portata di tutti, per accedere alla rete non è più necessario possedere hardware e competenze particolari. E col meccanismo delle notifiche chi comunica può agire proattivamente sulla persona per la cattura della sua attenzione. 

Contenuti brevi ma frequenti, su poche pagine social, accorpate, riconoscibili e condivise potrebbero moltiplicare la promozione del Brand PATT. Iniziative di valle, ad esempio ora gelosamente custodite su chat zonizzate, potrebbero diventare patrimonio comune. 

  • Un nuovo contenitore in un nuovo vestito. 

Il volto del Partito, non c’è dubbio, si identifica nel suo Simbolo. Attingendo ai principi del marketing moderno il simbolo dovrebbe assumere carattere di logo, e percezione di autentico Brand: un marchio. Come procedere? È prassi piuttosto recente del mondo del design ricorrere a stilemi che ascrivono alla nostalgia senza stravolgere le buone idee originali. Vengono riproposti nuovi aspetti e interpretazioni dell’idea di partenza.

Prendiamo il mondo dell’automotive. Sergio Marchionne rilanciò la FIAT attraverso la riproposizione della 500. Le linee della nuova 500 richiamavano in tutto e per tutto quelle della vecchia. Ma la nuova vettura non aveva nulla a che vedere con quella precedente. L’operazione geniale fu quella di produrre un contenitore assai simile al primo modello ma in tutto e per tutto rispondente ad una moderna citycar a prezzo ragionevole. Risultò appetibile per il mercato giovanile ma interessante anche per gli acquirenti d’antan che rivivevano i giorni della loro gioventù acquistando qualcosa di moderno.

L’aspetto generale del simbolo non andrebbe toccato. Si potrebbe lavorare sui suoi colori, ad esempio. E poi bisognerebbe concentrarsi sui social e sulla comunicazione, specialmente digitale. Già dallo stesso acronimo di partito si potrebbe intuire un nuovo payoff, un nuovo slogan. Ecco qui l’operazione nostalgia-modernità di “marchionniana” memoria. Mai come in questo frangente storico si è dimostrata necessaria la presenza dell’Unione Europea a garantire pace, prosperità ed economia. Pensiamo ad un’Europa forte, e a cosa è riuscita a fare per contrastare la pandemia attraverso lo stanziamento dei fondi che hanno dato il via al PNRR. E quanto ancora verrà invocata e dovrà mettere in campo per contrastare crisi energetica e geo-politica?

Perché allora non ripensare ad un PATTO-UE. Abbiamo già avuto un momento storico nel partito dove queste due vocali affiancavano l’acronimo del nostro simbolo. 

Perché allora non utilizzare anche oggi PATT-UE per definire, a partire già dal nome, il perimetro politico-amministrativo entro i cui confini  operare

Termino questi alcuni cenni alla forma per passare alla sostanza dei contenuti.

NUOVI CONTENUTI NEL PROGRAMMA POLITICO.

Nel novero delle emergenze sociali di questo tempo, quella del lavoro, di un’economia fiorente, rimane ancora una delle questioni più rilevanti, delle quali un partito politico ha l’obbligo di occuparsi. Specie a livello locale.

Il futuro di una comunità non può più permettersi di prescindere dal luogo che abita, vive e valorizza. E il Trentino ha la tutela dell’ambiente nel proprio DNA.

Come può la terra dei Comuni, ma ben prima di questi, delle Regole Feudali, delle Consortele e degli Usi Civici, non mettere al primo posto il valore del proprio territorio? Questo dato incontrovertibile deriva, oltre che dalla sua storia, anche dalla propria collocazione geografica e dalla conformazione del proprio paesaggio. Rinforza l’essere terra con una forte vocazione culturale mitteleuropea. 

Negli anni, questo connubio Trentino/ambiente, è stato concepito, costruito e utilizzato (giustamente) come brand cioè, passatemi il termine, come strumento di marketing e lo è tutt’ora. La società attuale pone e, soprattutto, pretende impegno da tutti sulle predette tematiche. Da qui, l’utilità per un partito di trovarsi a fianco delle persone e farne battaglia comune. In pratica non è possibile parlare dell’ecosistema altamente antropizzato della montagna trentina senza affrontare l’imprescindibile questione ambientale. 

Oggi la tutela dell’ambiente è trattata talmente in tante declinazioni e sfumature che parlarne qui in questo modo risulta quasi offensivo. Ma è imprescindibile. La tutela dell’ambiente ed anzi, anche degli animali, è da pochi giorni diventata articolo della nostra Costituzione. Con un passaggio ulteriore. La protezione dell’ambiente deve permettere all’uomo di conviverci. La politica verde del no ad ogni costo si è infatti rivelata tanto affascinante quanto impraticabile. Invece un messaggio moderato che esprime il concetto di sostenibilità e ambientalismo, affiancati ai diritti della persona, diventano chiave di volta per comprendere lo sviluppo della montagna del domani. 

Sostenibile, non mi stancherò mai di spiegare questo abusatissimo termine, significa per sempre e per tutti. Si applica facilmente ad una serie di attività umane ma soprattutto alla tutela dell’ambiente e della persona che lo abita. Senza dimenticare la possibilità di esercitare le attività economiche. Per sempre e per tutti.

Agricoltura, turismo, artigianato, industria e mobilità, periferica e di montagna. Sono questi gli argomenti, che a mio modesto avviso, di questi tempi esercitano enorme forza gravitazionale per chi si interessa di politica. Portano una potente attrattività “orizzontale trasversale” capace di raccogliere l’interesse di un’ampissima platea di persone. 

Un partito di raccolta quale è il PATT, non può prescindere dal valore della storia e delle sue radici. Ma questo suo metaforico albero deve avere anche fronde, fiori e gemme. Argomenti nuovi, persone nuove, in un parola un proprio futuro.

IL PARTITO DI RACCOLTA, DI NUOVO E PER DAVVERO.

Occuparsi di lavoro, di sostenibilità e di conseguenza di protezione dell’ambiente nella giusta misura, può essere la sfida del nuovo PATT. Trova sostegno nella modernità del messaggio che solo il movimento degli Schuetzen è titolato a dare. Attraverso la divulgazione degli aspetti culturali legati alla nostra storia ci insegna di un tempo in cui l’impegno civico volontaristico doveva esplicarsi attraverso azioni di protezione da aggressioni di vario genere e grado. Le aggressioni di oggi derivano da comportamenti umani sbagliati: inquinamento o politiche non adeguate alla preservazione della montagna. Dobbiamo far sì che questo nuovo PATT possa diventare il partito che a quelli della tradizione affianca (anche) di nuovi: quelli del nostro ambiente – la terra dove vogliamo vivere. 

L’agognato rinnovamento oltre che dal payoff (che annunci un rinfrescato perimetro di interesse politico) e dalla grafica del simbolo, dovrebbe offrire ulteriori aree di interesse politico- partitico. Nuovi argomenti potrebbero affiancarsi all’interesse per la cultura mitteleuropea e alla storia in un’ottica di loro valorizzazione. 

Degli ambiti che riguardano il sociale e la persona, ne dà ampia motivazione la collega Paola Demagri nel suo documento congressuale. Questo mio, offre cenni di ulteriori interessi in campo economico ed organizzativo di partito, chiedendo allo stesso un ulteriore sforzo. 

Questi nuovi aspetti tematici, questo rinnovato volto, anche digitale, potrebbero davvero favorire l’ingresso di nuove leve. Partendo non necessariamente dal dato anagrafico, potrebbero comunque “ringiovanire” il partito. 

Interpretare i principi e la storia dell’autonomia in chiave moderna sarà il nostro passo evolutivo. Obbligatorio. 

Trento, 25 febbraio 2022

Michele Dallapiccola, Paola Demagri, Simone Marchiori, Roberta Bergamo, Franco Nicolodi, Michel Floriani, Luciano Fanti, Stefano Moltrer, Ciresa Fabrizio, Giuliano Rosà, Sonia Targa, Cristiano Moiola, Mora Giorgio, Roberto Casagrande, Chiara Guetti, Gianluca Zambelli, Teresa Biasion, Gianni Comai, Martino Tisot, Marco Toffol, Margherita Valentini, Andrea Giacomelli.