Settore idroelettrico trentino: la Giunta si contraddice sulle cose da fare. 

Da Michele Dallapiccola

E’ successo per davvero! È capitato a questo governo provinciale in un ambito delicatissimo: la valorizzazione delle risorse idroelettriche provinciali. 

E’ un argomento sempre scottante dove il populismo più bieco affonda nelle carni delle persone poco informate i suoi acuminati canini. Quante volte abbiamo lo abbiamo sentito dire? “Basta: è ora che i benefici della produzione di energia idroelettrica dalle acque trentine vadano ai trentini!” 

Eppure il quadro delle informazioni è facilmente accessibile a tutti. Le grandi derivazioni idroelettriche, furono realizzate da altrettanto grandi istituzioni politiche ed economiche nazionali. Furono loro, prevalentemente nel secondo dopoguerra, a dettare le loro regole. Tutto avvenne in un tempo passato sopra il quale è difficile anzi impossibile tornare. A questo si aggiunge un fenomeno fisico. L’energia elettrica non si può immagazzinare e per poter esercitare al meglio la sua funzione deve essere connessa ad una rete, il più ampia possibile. Avviene così in tutto il mondo. 

Il rinnovo delle piccole e medie derivazioni

La Provincia, in merito avrebbe potuto normare un aspetto molto importante proprio grazie alla sua Autonomia. Parliamo delle medie e piccole derivazioni idroelettriche, linfa vitale – attraverso il ritorno economico da queste garantito – per i nostri Comuni. Questa maggioranza ha deciso di interpretare la modifica della norma nel più stringente dei modi. Per questo, alla scadenza delle concessioni, queste potrebbero venire messe all’asta. Ne abbiamo parlato molte volte e lo ribadiamo anche oggi perché il momento è drammatico. La politica per questo, discute di misure che possano aiutarla superare il difficile momento anche dal punto di vista del caro Energia. In questo la Provincia ha un suo documento cardine dalla cui lettura si evincono delle considerazioni a dir poco curiose. 

La guida viene dal PEAP,  (piano energetico ambientale provinciale); al punto 8 del suo dodecalogo, la maggioranza si sarebbe presa il giusto impegno di riassegnazione delle piccole e grandi concessioni idroelettriche nel più invariato dei modi possibili. 

Questo non succederà. La legge voluta proprio dalla stessa maggioranza, lo scorso anno ha cambiato le carte in tavola. La giunta si è giustificata e ha scaricato la responsabilità sull’apparato. 

Ora  la partita dei rinnovi potrebbe prevedere dei meccanismi di gara che lasceranno diversi Comuni – è proprio il caso dirlo – a becco asciutto e la Giunta in preda alle sue contraddizioni.

Un PEAP di facciata ambientalista e la bolletta sempre più alle stelle.