Gestione lupo. Si può fare di meglio?

Da Michele Dallapiccola

Assolutamente sì! Anzi, il come è stato gestito il lupo offre la misura della capacità di questo governo provinciale.

Ricordiamo tutti che nella scorsa legislatura le stesse persone che ora sono in maggioranza, si presentavano in pubblico particolarmente arrabbiate. Correvano sui luoghi di ogni aggressione, armati di macchine fotografiche e soluzioni mirabolanti. Alle fiere o nelle piazze poi, da sotto i gazebo, promettevano risultati immediati.

Tra i partiti di maggioranza, la lega in particolare, ineggiava soluzioni a suon di fucilate e provvedimenti risolutivi.

Invece adesso, proprio durante il loro periodo amministrativo, la specie lupo ha subito un’impennata nei numeri e di conseguenza anche nei danni provocati.

Ovviamente, le problematiche vengono segnalate anche a noi. Le facciamo nostre e cerchiamo di valorizzazione la nostra esperienza non limitandoci all’invettiva ma offrendo piuttosto suggerimenti dettati dalla nostra esperienza e dai nostri precedenti sbagli. La giornata di ieri, ad esempio, è cominciata all’insegna di una predazione piuttosto importante avvenuta a Brentonico. L’animale ucciso è di grossa taglia. Ciò colloca questo tipo di predazione tra gli incidenti più insoliti.

la sera precedente
i resti nottetempo

La giornata lavorativa è terminata al MuSe con la proiezione del film “Diga” che narra delle difficoltà della transumanza e della sua convivenza con la specie lupo. È la storia della famiglia Baldessari. Pastori da tre generazioni. Qui sotto con Renato, la sua famiglia ed il regista Emanuele Confortin

Ciò che è emerso della serata è molto interessante. Si è potuto capire che i Pastori – pur con grande difficoltà – possono arrivare a comprendere anche il bisogno etico della società di preservare la specie lupo. Quello che lamentano è soprattutto la necessità di assistenza.

Le novità in questo settore da parte della Provincia e rispetto al passato, infatti, sono state davvero tutte disertate. Nell’evoluto Trentino, arrivano ad esserci carenze fin anche al minimo sindacale dell’assistenza ai pastori. I ripari in poliuretano espanso oltre ad essere orribili, sono pochi nel numero e indecenti dal punto di vista abitativo.

Si sarebbero potute realizzare delle micro edificazioni a forma di baita-bivacco, simbolicamente col legno di Vaia. E poi la guardiania fatta recinti e cani manifesta un sacco di difetti e di problemi nella sua applicabilità pratica. Il progetto PASTURS partito nella bergamasca poteva essere un ottimo esempio da recuperare e rilanciare in chiave autonomistica trentina.

Ma si sa non c’è sordo più grande di chi non vuol sentire. E il timore diventa sempre più realtà: questo governo, ormai sul finire del mandato, difficilmente potrà coglierci positivamente di sorpresa.