NON C’È PACE PER L’AGRICOLTURA TRENTINA. (Morta Marta vendo Panda blu)

Da Michele Dallapiccola

Ve la ricordate la storiella di quel marito tirchio che chiama il giornale con la richiesta di pubblicare il necrologio dell’amata moglie Marta? Scoprendo che si paga per ogni parola scritta, per risparmiare decide per un messaggio brevissimo e con l’occasione inserisce anche un annuncio economico. Morta Marta vendo Panda blu. 

Beh, leggendo la delibera della giunta provinciale numero 618 del 14 aprile us. viene in mente questa barzelletta.

A cosa ci riferiamo e cosa è successo lo spieghiamo qui a seguire

La delibera in questione e relativo allegato consta di dieci pagine. Parla e allega apposita convenzione. Ha lo scopo di fornire ulteriore sostegno lavorativo ad uno dei soliti noti personaggi che frequentano i palazzi provinciali indipendente da chi governi in quel momento. (Aggiungo che chi si comporta in questo modo offre un ottimo segnale, dando dimostrazione di grande apertura mentale e disponibilità a collaborare con chiunque si presenti sulla scena politica). Ma questo fatto non sorprende. Invece…

Una delibera nella delibera?

A pagina 3 del documento salta all’occhio un passaggio che nulla c’entra con Fondazione De Marchi e convenzione allegata. Minimamente citata nel titolo appare una precisazione che richiama una delibera, la 229 del 18 febbraio us. Riguarda il servizio agricoltura e la selezione di dirigente del Servizio che con quella delibera dovrebbe venir attivata. 

Così, d’improvviso, senza pubblicità, a due mesi di distanza dalla prima delibera la giunta si ricorda di dover specificare delle precondizioni. Sembra quasi voglia giustificare le proprie scelte ex post. 

Più volte abbiamo sottolineato che da ormai troppo tempo il Servizio Agricoltura, in termini di personale, giace davvero in un situazione critica. Poiché i tempi dei pensionamenti sono arcinoti, si potevano organizzare i concorsi per il loro turn-over con ampio margine di tempo.

Sembra quasi che il focus delle azioni amministrative probabilmente siano alcuni piccoli bandi quasi “ad personam”. Come abbiamo più volte sottolineato, della programmazione del domani a questa giunta sembra importare davvero poco.

In questo caso la curiosità del provvedimento ci ha spinto ad approfondire. Con la collega Paola Demagri abbiamo voluto depositare un’interrogazione per sapere come mai non è stata confezionata una specifica delibera. Il fine è di darne la più ampia evidenza.

Perché mai a distanza di due mesi dalla prima delibera si è sentito il bisogno di specificare ulteriori considerazioni di premessa? Sono azioni insolite che portano a pensare che la precedente delibera era forse carente e dunque passibile di azioni di ricorso?

Qui sotto, il testo dell’interrogazione.