Parliamo di un settore tutt’altro che secondario per la nostra bella Provincia, coltivata fino in alta quota. Mi riferisco all’allevamento ovi caprino.
Presente in consistenza più che cospicua, sfugge ai più forse proprio per il suo principale pregio socio-economico. Pascola e dunque coltiva aree marginali, anche oltre i 2000 mt/slm.
Sono 45 mila circa gli ovicaprini registrati dal Trentino alla BDN (banca dati nazionale).
In questi giorni, conquistano la ribalta della cronaca nazionale anche a causa dell’evidente fallimento di una mediazione politica tra vari assessori regionali e Bruxelles. Con la concausa di una pesante inanizione di natura politica locale.
Qual è il problema?
Di natura economica, essenzialmente. In Trentino, la pecora è allevata esclusivamente per la carne. Per questa la remuneratività aziendale è davvero risicata per non dire nulla. A compensare gli elevati costi di produzione provvede la comunità Europea attraverso forme premiali di ristoro. Questo perché ne è riconosciuto l’intrinseco valore ambientale e sociale.
La transumanza è stata infatti riconosciuta anche dall’Unesco Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Ebbene, il programma di finanziamento europeo dell’Agricoltura definito PAC, viene riorganizzato all’incirca ogni settennio. Gli Stati membri, concordano poi con le loro Regioni e Province Autonome, criteri ed entità di riparto.
In questa nuova PAC, si cambiano le modalità di calcolo dei Premi. Si dice, per cercare di mettere limite alla speculazione. I risultati per l’Italia sono piuttosto deludenti, per il Trentino, si poteva certo fare di più ma per un settore, quello ovi-caprino, si è riusciti a fare anche peggio.
Già da qualche mese, soprattutto da una Regione Autonoma attenta al settore come è la Sardegna, l’attenzione è tenuta alta. A QUESTO LINK UNO DEI TANTI COMUNICATI IN MERITO.
In estrema sintesi e semplificazione, l’oggetto del contendere è il seguente. Il premio che la CE prevede per gli animali viene calcolato partendo da una assegnazione base alla quale vanno aggiunti dei premi supplementari in funzione di impegni rivolti alla sostenibilità. L’allevatore sceglie da un menù quali intende assumersi: si chiamano Eco Schemi. Due sono quelli interessanti per il Trentino: uno sulla riduzione di utilizzo di antibiotici e uno sull’impegno al pascolo.
E qui casca l’asino, anzi a questo punto, la pecora!
Il premio aggiuntivo Eco Schema per il pascolo, in Italia è previsto solo per bovini e maiali.
Queste decisioni si prendono in ambito nazionale dentro alla Commissione politiche Agricole, CPA, l’assemblea degli assessori regionali all’agricoltura d’Italia. L’ultima scorsa si è tenuta in sede Vinitaly. In quell’occasione i diligenti dirigenti politiche della Sardegna si sono immediatamente fatti sentire. A QUESTO LINK IL COMUNICATO STAMPA.
Non abbiamo notizie riguardo ad una partecipazione del Trentino a questo Tavolo. Di certo la Giunta non ha emesso nessuna Comunicazione formale in merito. Per contro, vari Assessori e membri della maggioranza non hanno mancato di selfie e presenzialismo spinto dal vivo, sui media e nei social.
Peccato che mentre gli altri Assessori Regionali si spartivano i soldi dell’agricoltura italiana, i nostri erano impegnati a foto e degustazioni in allegria.
Da dove si deduce che mancano così tanti soldi all’appello?
Per dare una dimensione del danno si consideri questo. Applicando i criteri economici enunciati nel comunicato della Sardegna, moltiplicato per il numero di capi ovini caprini presenti in Trentino, il valore complessivo dell’ammanco è di circa 1 milione 800mila€. Ovviamente trattandosi di premi annuali, ogni anno almeno fino al 2027.
Se si considera che deve rappresentare la remuneratività annuale di una 50 di aziende (tante sono le principali aziende di questo tipo a livello locale), ben si capisce la gravità della mancanza che con questo increscioso incidente rischia di presentarsi sui bilanci delle aziende ovi-caprine trentine.
Per questa maggioranza, la transumanza è un evento interessantissimo al quale presentarsi in forza quando promossa dentro a qualche festa. La più frequentata è quella di Pieve Tesino: “Dal Lagorai al Mare”. Lì, coi pastori, il governo provinciale c’è!
Quando poi tocca farsi carico dei difficili problemi di un ancor più complicato settore ci si rifugia discolpandoci a scapito dello Stato cattivo. Come per il lupo, anche in questo caso pare già di sentire che la colpa ufficiale è di Roma e che al problema la giunta riserverà massima attenzione e massima vicinanza. Coi soldi dei pastori che rimarranno a Bruxelles?