Siccità e richiesta d’acqua. I bacini d’accumulo le combattono. Perché è tutto fermo?

Da Michele Dallapiccola

La richiesta di rilascio idrico dal Trentino a favore del Veneto ha avuto un merito.

Ha acceso l’attenzione dell’opinione pubblica sul valore degli impianti di accumulo idrico. In Provincia di Trento gli impianti di accumulo d’acqua realizzati o in fase d’esecuzione sono di fatto tutti legati alla precedente amministrazione. A QUESTO LINK L’ANTEFATTO OCCORSO.

Quelli recentemente finanziati hanno trovato risposta in fondi nazionali. E quindi si può dire che la sete dell’ agricoltura trentina trova pace andando a Roma o sperando nel suo passato. 

Intanto, la programmazione Provinciale Agricola della legislatura che si sta avvicinando alla chiusura non produce motivi di entusiasmo. Sull’argomento irrigazione c’è stata una sola occasione dove la Provincia si è confrontata coi territori. È a tutti arcinota la questione che si è aperta tra la Val di Non e la Val di Sole per recuperare acqua attraverso il cosiddetto progetto del “tubone”. Direttamente da Pejo si sarebbe dovuta irrigare un’intera sponda nonesa. Come ricorderete, il risultato di questo a dir poco goffo tentativo di mediazione è stato disastroso. 

Invece, per questa stessa zona del Trentino, nel precedente mandato amministrativo era stato attivato un piano concordato con gli imprenditori agricoli di zona. Era denominato Progetto acqua Val di Non.

Il suo principale scopo era quello di costruire una progettualità che avrebbe permesso di derogare rispetto al deflusso minimo vitale previsto per Norma europea. Il limite precedentemente fissato avrebbe inficiato la possibilità di proseguire con serenità nella coltivazione delle mele in valle. La realizzazione di un apposito Consorzio di Valle è servita a questo scopo e ha raggiunto il risultato.

Che fine ha fatto il Progetto Acqua?

Delle progettualità che questa amministrazione può aver fatto proprie, non è dato sapere ne se vi sia l’idea di riproporne una versione rimodulata. Per questo l’attesa del nuovo PSR sta diventando particolarmente interessante. Anche se il riparto finanziario non è 1.

Prima di poter partire con i primi⁸ bandi potrebbe passare almeno ancora un anno intero. Considerando poi tempi tecnici di mantenimento in apertura delle graduatorie e successiva approvazione delle stesse potremmo trovarci in una situazione già vista. La legislatura terminerebbe con un nulla di fatto corredata però di tante promesse.

Tutto questo, salta agli occhi nei giorni in cui Zaia (a mio avviso in maniera piuttosto sguaiata che leggete IN QUESTO ARTICOLO) chiede di aumentare il deflusso idrico verso il Veneto. Di per sé la richiesta sembra piuttosto semplicistica e per certi versi ingenua. Pare di difficile praticabilità. 

Nonostante tutto, il braccio di ferro col Veneto, rappresenta un encomio per il Trentino. Riguarda il valore dei tanti bacini di accumulo realizzati in questi anni e che in questa legislatura hanno invece visto un preoccupante stop. Non dobbiamo fermarci.