Aiuti aggiuntivi alla zootecnia: aria fritta anche all’assemblea di Latte Trento.

Da Michele Dallapiccola

Leggo con rammarico il Comunicato Stampa della Provincia Autonoma di Trento. La Giunta provinciale si è presentata ai soci della grande cooperativa consumando l’ennesimo show.

Gli allevatori han fatto la loro parte. Con severità, andava raccontato lo scoramento di questa grossa fetta della zootecnia trentina. E questo è stato rappresentato con efficacia. Lo dico perché anche se la Latte Trento lavora “solo” il 40 % del latte trentino corrisponde in ogni caso ad una fetta significativa di allevatori provinciali.

Ebbene, la cosa incredibile, che si evince dalla puntuale relazione della PAT, è che nemmeno di fronte all’evidenza, la Giunta sia stata capace di scollarsi dal metter su il disco dal titolo: “c’è già tutto”. 

Agli allevatori non la si racconta lunga. Le regole le conoscono bene, e di che cosa hanno bisogno hanno le idee chiare. Per rimanere in metafora calzante a questo scritto, si ha invece l’impressione che la Provincia si sia presentata a questa riunione provando a vendere due volte lo stesso animale!

Eppure l’episodio più eclatante per far capire cosa si potesse fare di straordinario (se solo si fosse voluto), lo abbiamo visto la scorsa settimana come esempio dal vicino Sudtirol.

Quindici milioni di € subito sull’unghia.

Qui invece, tutte le misure enunciate dalla giunta agli allevatori, appartengono al passato. Di straordinario non hanno nulla. Si tratta piuttosto di stanziamenti ormai strutturali che da tempo il settore conosce bene. Sono dunque parte integrante del bilancio di quasi tutte le nostre stalle. Ad eccezione del fondo IST latte, disertato dai più perché visto strumento assai inidoneo a rispondere alle esigenze del settore. Ridicolo come chi insiste a promuoverlo come soluzione a tutti i mali. 

Il vicino Alto Adige, che ha capito la gravità e l’urgenza della situazione, ha invece spinto oltre ed ha attivato una misura in più. Innovativa ed aggiuntiva rispetto al passato. Bastava copiare. Oppure ascoltare i consigli di chi in passato ha fatto esperienza anche attraverso i propri errori. Investire in promozione, in piani straordinari di marketing, ma fin dall’inizio del mandato legislativo, come abbiamo sempre segnalato noi, avrebbe permesso di affrontare la situazione con qualche scorta finanziaria in più. In maniera ben diversa rispetto allo stato attuale delle cose. 

A piangere sono gli allevatori, stavolta sul latte versato dalla politica (mi si perdoni la severità nel giudizio) incompetente! E’ inutile andare alla Festa di Primavera a stringer mani e promettere vicinanza. La dotazione del fondo di riserva del Presidente è più che capiente: bastano pochissimi milioni di € per salvare un settore strategico.

Altrimenti, il rischio è che il prossimo anno l’arena di via delle Bettine rimarrà vuota!