Del rapporto Grandi Carnivori e di altre amenità sulla loro gestione.

Da Michele Dallapiccola

Lupo e orso sono una delizia da raccontare agli amanti della natura. In Trentino sono tantissimi, fuori dai nostri confini ancora di più, praticamente la maggioranza.

Ma che la presenza dei Grandi Carnivori sul suolo provinciale sia una croce per chi amministra e per chi gestisce malghe o va nei boschi, è ormai assodato. Indipendentemente dal colore politico.

Per poter chiarire, specie a se stessa, questo amletico dubbio la lega ha dovuto però arrivare al Governo. Fin quando era stata sotto i gazebo a far politica e a raccogliere firme, gridava “al lupo al lupo” e invitava tutti a sparare come se fosse nulla. 

Oggi, tutti i membri della maggioranza, un tempo così aggressivi, sono diventati agnellini. Allargano le braccia e si limitano a dare la colpa a Roma anche quando questa non c’è. Almeno, nelle piazze non gridano più. Hanno pure tolto dai propri social le foto degli animali sbranati. Non ne fanno più vedere, nonostante ce ne siano tantissime.

La tecnica di smettere di parlarne fa probabilmente parte di una strategia politica. Meno se ne parla meglio è. Anzi, si tergiversa in qualsiasi forma di presentazione pubblica del problema e delle potenziali soluzioni. In questo, la pandemia ha aiutato tantissimo ed è stata colto come una formidabile occasione. Lo stesso rapporto orso che per anni è stato presentato entro aprile giace in un limbo non perscrutabile. 

D’altro canto politicamente c’è da capirli. Pensavano di sparare, di tirar pistolettate ad elettrico, farsi dare permessi speciali, di inventarsi piani di gestione in solitaria col permesso del governo senza confrontarsi con le altre regioni. Come se lupi e orsi conoscessero confini e catasto!

E così alla fine anche l’aggressiva lega, il partito dalla carabina facile sta bellamente aspettando. Le castagne dal fuoco, di una difficile convivenza coi grandi carnivori spera le tolga qualcun altro. 

Perché essere arrabbiati.

Perché a parte l’invettiva sopita si sarebbe potuto fare molto molto di più. Spingere anziché ridurre sulle opere di prevenzione e sulla formazione dell’informazione ad esempio. La politica infatti, oltre ad aver nascosto la propria di faccia ha messo a riposo anche il comparto scientifico e dei forestali che tanto avrebbero potuto fare proprio in tal senso. 

Sul resto, calma piatta. Ripari per pastori, realizzati in maggior numero e in legno naturale (magari recuperato da Vaia) anziché in poliuretano espanso. Chi li ha visti?

Progetti per aumentare l’attività di custodia e guardiania in aiuto ai pastori, tipo il progetto “Pasturs”. Chi li ha neanche mai sentiti nominare da noi?

La presenza dei grandi carnivori era stata spacciata per una scelleratezza del centrosinistra trentino, quando a farla partire negli anni novanta fu un governo bi-partisan, forte di due sondaggi su tutto il Trentino. Al tempo i cittadini interpellati non compresero gli aspetti potenzialmente negativi della cosa e si espressero favorevolmente. Si accorsero solo in seguito e sempre di più quanto il problema fosse di difficile gestione.

Ora è risaputo, lo ha imparato anche la destra provinciale. Quella che sta provando a governare il Trentino, almeno fino all’anno prossimo.