Passi dolomitici: gestirne gli accessi o scegliere il tipo di consenso sul quale puntare?

Da Michele Dallapiccola

E’ il tipico argomento che ingaggia consensi e proteste. Non ci sono vie di mezzo.

Insomma come recita un antico adagio popolare non è possibile mantenere la botte piena e moglie ubriaca. Eppure sembra proprio che quest’amministrazione provinciale provi a navigare a vista, proprio con questo atteggiamento. 

Perché sia chiaro, chiudere i Passi dolomitici al transito delle auto è un’idea suggestiva ed affascinante ma si scontra con l’amara realtà. Le proposte ante e post covid fino ad ora si sono limitate al procrastinare ogni forma di provvedimento. Tendono piuttosto a criticare chi in passato aveva provato a fare qualcosa. Che, intendiamoci, mica ci aveva imbroccato! Piuttosto aveva sollevato polveroni di protesta di non poco conto. 

Ma di fatto, mettendosi nei panni degli imprenditori delle varie località c’è poco da discutere.

Chi evoca la sostenibilità ad ogni piè sospinto deve considerare il suo originale significato: per sempre e per tutti. Per tutti quelli che la montagna la amano, dunque? E che ce ne facciamo di quelli che ci lavorano, la abitano, la curano, la vivono?. E così questa giunta, (che nel passato dei suoi singoli componenti non vede certo esperienze maturate all’accademia di Wuppertal) finisce nel tritacarne dell’indecisione. Vorrebbe provare ad ammiccare allo spirito verde degli elettori locali, lanciando messaggi di speranza. 

Non basterà citare qualche frasetta dal vago sapore ambientalista scritta dal funzionario di turno per rifarsi una verginità ambientalista strizzando l’occhiolino al mondo moderato della destra. Sostenere il governo del cambiamento significa anche assumersi le responsabilità di governare con chi ha criticato tutto e il contrario di tutto. 

Un proverbio cienese dice: “Schiaccia il bruco, facile, no? ora ricostruisci il bruco.” 

Sono i tentativi di questo governo finto ambientalista. Procrastinare, promettere fette di PNRR a tutti, attendere. Un po’ come è stato con orso e lupo, Comunità di Valle, rinnovo concessioni idroelettriche.

Come andrà a finire? 

Non lo so. Certo, gli unici che a mio vedere e possono star tranquilli sono gli imprenditori locali. Un bel nulla di fatto li accompagnerà alla fine della legislatura. Peccato per chi sperava di vedere qualche veicolo in meno parcheggiato sui prati d’alta quota. Ma si sa, a tutti piace raggiungere questi luoghi esclusivi, in maniera comoda senza sforzo aspettandosi magari di trovar nessuno! 

Allora aiutiamo chi ci governa ad imparare dalla coscienza di comunità. Con uno spirito trasversale di responsabilità sono gli stessi imprenditori locali a poter sviluppare accordi ed educazione collettiva. Come e quando frequentare queste belle località nei periodi più godibili, è possibile. Chi lavora in montagna sa quando e come fare. La promozione locale ha tutti i mezzi materiali culturali e finanziari per poterlo fare. La valorizzazione di Funivie, bus navetta, eventi, restrizioni al transito veicolare va co-decisa col sistema locale. Le istituzioni superiori possono svolgere un ruolo di regia non certo di imposizione.

Va sviluppata la formazione, l’informazione, affidandola soprattutto a chi la montagna ce l’ha nel sangue: ai nostri bravi esercenti del sistema turistico trenino, ai loro consigli.