CRISI della ZOOTECNIA: la cura dei problemi non è il digiuno dagli aiuti.

Da Michele Dallapiccola

Timida timida, alla fine di questa settimana è arrivata una risposta(ina) alla richiesta di aiuto pubblico da parte del settore zootecnico.

L’annuncio arriva da parte di un Ente che da sempre vanta ottimi legami di solidarietà operativa tra la PAT, lo Stato e Bruxelles (con i cui fondi prevalentemente opera): stiamo parlando ovviamente del Codipra. E il suo comunicato, con la Giunta provinciale che sembra quasi scrutare nascosta da dietro le quinte, arriva giusto giusto in occasione della mostra provinciale delle due razze meno diffuse. 

(A proposito di razze di vacche. In realtà sarebbero almeno tre, cioè oltre alla grigia e alla pezzata rossa, qui ci sarebbe stata benone anche la razza Rendena. Non meglio precisati motivi l’hanno portata a boicottare anche questa manifestazione come già fu quella di settembre dello scorso anno a Pinzolo. Peccato)

Ma torniamo al casus belli. In paragone, i pochi fondi del bando per la flavescenza, erano almeno di origine provinciale. Nel caso di questo piccolo aiuto pubblico il montante a disposizione degli allevatori è obbligatoriamente alimentato da una quota privata. Versata, udite bene, dagli allevatori stessi che finiscono così per auto finanziarsi. E a conti fatti il ritorno, suddiviso per il latte prodotto sarà di un cent, forse un cent e mezzo al litro. 

Ora: il latte è pagato poco più di 50 cent al litro di media. In questo momento i suoi costi di produzione superano il remunerato. Ecco, adesso potete immaginare quanto inciderà questa misura sulla soddisfazione reale delle richieste elevate. E questo dipende da alcuni fattori. 

Per il mondo del latte questo tipo di aiuto mutualistico è una novità. Nel campo della melicoltura è attivo da tempo e i risultati pare siano più che discreti. Probabilmente è stata la particolare affinità di questa Giunta proprio al mondo melicolo ad indurla a ritenere che uno strumento analogo potesse andar bene anche per il latte. 

Il giudizio è ancora sospeso. 

Vedremo alla fine della crisi se i volumi finanziari messi in campo e la funzionalità dello strumento attivato, potranno ricevere giudizi positivi. Per ora resta soltanto che per questo pur transitorio ma grave frangente la Provincia non ci ha messo il becco di un quattrino fresco. In pratica ancora una volta, agli allevatori chiede di aspettare. 

Se ci avesse dedicato anche solo l’uno per cento della solerzia che ha impiegato ad approntare l’area di san Vincenzo, o stanziato anche solo la metà dei soldi che spenderà (davvero) per ascoltarsi una bella cantata, avrebbe risolto il problema da un pezzo. Altro che ragioneria! 

Invece, nel provvedimento degli scorsi giorni il Codipra prova a far fare bella figura alla Provincia distribuendo da un albero i cui frutti non sono ancora maturi. Eh sì, perchè la vera rivelazione che c’è in questa metafora è che fino ad ora, al fondo IST, (per la stabilizzazione del reddito) gli allevatori hanno aderito in pochi e malvolentieri. Dicono tutti che costa caro, rende poco ed è poco compreso. Vai a sapere perché? Forse è stato spiegato male o proprio non funziona.

Comunque sia, dopo le esortazioni ad aderire da parte della Giunta provinciale sono arrivate anche le minacce e ora il digiuno imposto di aiuti aggiuntivi, (come invece ha fatto Bolzano). E’ stato neanche troppo tacitamente messo in campo un sistema coercitivo per indurre i contadini ad aderire ad uno strumento che vive i noti problemi di cronaca. 

Non si fa così. Troppo facile esprimere vicinanza nella mezz’ora di presenza alle varie assemblee e relativi rinfreschi e poi buttare fumo negli occhi con come si dice una pipa di tabacco. Senza contare che l’attuale disagio degli allevatori per ora non passerà certo con una bella cantata.

PS. beffa delle beffe. Gira voce che in primis questi fondi saranno liquidati direttamente ai Caseifici. Pare che qualche caseificio tratterrà quella miseria che arriva. Mi par già di sentir questo governo dichiarare a tempo debito che è un finanziamento valido anche per la promozione e il marketing. Cosi in fondo il socio finirà cornuto e mazziato coi soldi in auto al pagamento della sua bolletta finiti per pagare quella del caseificio e la giunta che se venderà due volte… lo stesso asino!