Chiusura estiva! Solita novità per la strada del Menador.

Da Michele Dallapiccola

Siamo alle solite. Come per il Brocon arriva l’estate e la Provincia sembra quasi lo faccia apposta. Arrivano i lavori sulla SP 133 del Menador.

Si tratta dell’arcinota arteria stradale costruita dai Kaiserjaeger oltre un secolo fa. I levicensi affettuosamente chiamano anche “Pegorara”. 

L’arteria collega gli Altipiani cimbri al fondovalle della Valsugana. Presenta un’alternativa più lunga ma agevole attraverso il valico della Fricca. Qual è il problema? Vi chiederete allora. Semplicemente questo: sono oltre una decina gli alpeggi di Vezzena che da Levico vengono raggiunti attraverso quest’arteria. 

Per un allevatore la vita in montagna è da bestie! Orari impossibili, lavoro extra per scendere a valle per la fienagione. E ai suoi disagi si aggiungono quelli dei servizi tecnici di assistenza, il servizio veterinario in primis. In tal senso, la strada della Fricca comporta un surplus di tempo di viaggio quotidiano che supera le due ore se – come necessario – ci si muove con mezzi agricoli. Ebbene che succede ora? Nulla di nuovo sotto il sole. La manutenzione dell’arteria necessaria e prevista, pare sia stata programmata in barba alle necessità di chi deve lavorare. Pare che per ora rimarrà chiusa fino alla fine di luglio. Vale a dire oltre la metà del periodo di alpeggio. Ironia della sorte, ammette che i lavori si potrebbero compatibilizzare col transito ancorché precario e se solo si volesse. Bel belli, alla fine del mese si aprirà una finestra per lasciar transitare tranquilli i ciclisti della carovana Rosa. 

Bici zootecnica uno a zero? 

Sembrerebbe di si. E questo, probabilmente perché in una malga, in mezzo alle vacche, questa giunta non trova certo gli stessi riflettori che ci sono in mezzo alle manifestazioni. Eppure , anche la zootecnia è un attività economica. E’ una goccia continua che alla fine della stagione, sommando tutte le persone che saranno passate da Vezzena per turismo avrà pagato di più del pur ottimo ed apprezzabile passaggio del Giro d’Italia. 

Perché non concordare i lavori con gli allevatori?

Perché non permettere il transito almeno al di fuori dell’orario di cantiere? Sarebbe un piccolo segno di rispetto nei loro confronti, come è spesso stato fatto in passato. 

Che la zootecnia non fosse nel cuore o nei pensieri di questa giunta lo avevamo capito. Certo che non manca occasione per dimostrarlo con rinnovata fermezza.

Al punto da indurla ad un madornale pensiero. Sapete quale? Andrà a finire – ne son certo – che tra lupo, cantieri e superficialità nel programmare i lavori, qualche alpeggio verrà abbandonato.