I fatti in estrema, semplicistica sintesi sono questi. La concessione per la gestione dell’arteria autostradale A22, potrebbe venir rinnovata a seguito della presentazione di un Piano di opere definito come partenariato pubblico privato. Eseguito in collaborazione con lo Stato, vedrebbe nell’attuale società gerente, le vesti di finanziatore privato.
Si tratta di una Società della quale, come ben sappiamo, la Giunta provinciale è uno tra i più importanti soci di maggioranza. Per questo motivo l’interrogativo è d’obbligo. Può questo Esecutivo contribuire alla costruzione di una proposta così corposa senza darne adeguata trasparenza e comunicazione? Il silenzio non sarebbe stato accettabile.
Ecco dunque perchè le forze di opposizione hanno chiesto ieri la convocazione di un consiglio provinciale straordinario. La questione fondamentale riguarda la volontà di rendere edotti tutti i cittadini trentini. Abbiamo diritto di sapere come e dove la Società avrebbe intenzione di spendere 7.miliardi e 200 milioni nell’arco di 50 anni. Questo in sintesi il titolo del Piano che pare sia stato proposto allo Stato in cambio del rinnovo (50ennale appunto) della Concessione
La striminzita risposta del Presidente non ha stupito. Sono informazioni che in qualche modo erano già più che filtrate. L’ A22 sarà partner dello Stato nel realizzare le opere che comportano la cifra di cui sopra. Il programma è ambizioso e sarebbe sostenuto dalle entrate di A22.
Da qui, dunque, arriva la prima fonte di preoccupazione. L’aumento dei proventi dovrebbe prevedere un aumento delle tariffe e una contestuale espansione del traffico. Fatto questo che si concretizzerà più in questo secondo aspetto che nel primo. Ma è davvero ciò che chiede la società trentina riguardo ad un’arteria che ogni anno scarica in atmosfera decine di tonnellate di CO2? E’ così che si spinge sullo switch gomma-rotaia, che comunque in Austria continua ad essere perseguito ed incentivato?
Comprendiamo che le leggi dell’economia sono spietate e badano innanzitutto alla preservazione dell’utile. Come potrebbe essere altrimenti? Più traffico, più utile; più utile, più opere per trattenere la concessione. Ma la politica cosa ci sta a fare allora? Non è forse suo, il compito di riequilibrio delle esigenze delle varie parti in causa? Non da ultima la questione compensi. È davvero eludibile l’applicazione del decreto Madia che riguarda i compensi del CDA dell’A22. La nostra società in bilico, o meglio nel pieno di una grande crisi è in grado di comprendere o meglio accettare compensi milionari che superino l’indennità del Capo dello Stato?
E’ un bene che l’annosa vicenda possa compiersi in termini positivi e definitivi. Non c’è ombra di dubbio.
Rendere trasparenza e richiedere un supplemento di attenzione amministrativa sui fronti che vi abbiamo raccontato sopra ci sembrava però estremamente opportuno.
Ultima nota di colore. Ad un certo punto il presidente della Giunta ha proposto un emendamento alla nostra risoluzione accogliendo le indicazioni proprio del decreto Madia 175/2016. Di fatto ammettendo che il compensI del CDA di A22 non possono superare quelli del Capo dello Stato (240mila€!) Dopo averlo depositato, ha avuto un breve colloquio fuori da Consiglio. Rientrato ha proposto alla propria maggioranza di bocciarlo. Abbiamo assistito ad un voto della maggioranza contro a se stessa. Chissà con chi avrà mai parlato di questi eventuali impedimenti tecnici.