La provincia aiuta i giovani agricoltori. Ma davvero tutti?

Da Michele Dallapiccola

Furono circa 400 le domande per il Premio Insediamento in agricoltura, finanziate nel corso della scorsa legislatura. Di quella bella operazione ricordo nitidamente un unico rammarico. Che per altro si manifestò in un’unica occasione. Ci fu un episodio dove fummo costretti a prendere atto dell’impossibilità di finanziare l’intera graduatoria, escludendo di fatto, per fortuna soltanto 4 o 5 persone.

Come stiano andando le cose oggi è piuttosto evidente. Il rapporto giovani/mondo agricolo dentro al contesto lavorativo, prosegue nel suo trend di stagnazione. In agricoltura – e peggio ancora in zootecnia – le nuove leve sono delle vere e proprie mosche bianche.

Costi di partenza improponibili, modelli sociali di vita disertati perché troppo impegnativi, remuneratività bassissima, impossibilità a reperire nuovi terreni agricoli. Sono solo alcuni dei gravi ostacoli che impediscono ai giovani del Trentino di scegliere il settore primario come punto di partenza della propria vita professionale.

Da tempo, il sistema pubblico ha previsto la misura del PSR 6.1.1. (premio per l’insediamento dei giovani). Un piccolo ma sostanziale stimolo per chi vuole cimentarsi con la partita iva agricola. Sappiamo che è stata tanto criticata, almeno quanto apprezzata. E sappiamo anche che all’assegnazione di premi in denaro corrisponde spesso un diffuso sentimento di invidia sociale. 

La delusione di un bando poco capiente.

Nonostante tutto pare che finora abbia avuto più adesioni che detrattori. Al punto che nemmeno questa maggioranza, questo governo del cambiamento, nei suoi primi quattro anni ha introdotto sostanziali novità. Se non in peggio. Potrebbe essere infatti di 40 e non di 4 il numero degli esclusi da questo penultimo bando. Pare infatti che siano 140 le domande pervenute entro i termini. Peccato che la dotazione del fondo presenta capienza soltanto per le prime cento domande. Valutata la disponibilità finanziaria sul prossimo bando, le cose potrebbero pure peggiorare. In quel caso la capienza finanziaria prenotata potrebbe bastare per non più di 75 persone. Con l’aggravante che si presenteranno sicuramente tutte le 40 persone escluse dall’attuale bando.

E’ lapalissiano che la mancata implementazione del fondo, potrebbe produrre una grande delusione collettiva oltre che un pesante danno per il nostro fragile tessuto agricolo.

Per questo con la collega Demagri attraverso degli atti politici dedicati, stimoleremo la giunta ad intervenire finanziariamente sul prossimo bando. Nessuno va escluso dall’assegnazione dell’agognato quanto apprezzato incentivo.