Trento: persi quasi 33 ettari di spettacolare terreno agricolo. Ma per la Provincia tutto è “sostenibile”.

Da Michele Dallapiccola

Per la “piccola” comunità trentina, lo sblocco a scopo edificatorio di un’area da 53mila metri quadrati a Spini di Gardolo rimane una tra le notizie da leggere con cura. Qualora confermata sarebbe una di quelle interessanti specie per chi ha a cuore il territorio Trentino con particolare riguardo alle attività agricole.

Attenzione: una fondamentale premessa

La correttezza di giudizio e il rispetto di tutte le parti in causa impongono delle considerazioni assolutamente sostanziali. Le persone e i soggetti giuridici coinvolti in questa vicenda di ambito edilizio, sono tutti onesti e rispettabili. Inoltre, è lampante che chi ha acquisito gli immobili in questione, ha raccolto a sé dei sacrosanti diritti che non si possono ledere. Inoltre quasi sicuramente queste condizioni sono maturate in un periodo molto lungo di tempo. Sono frutto di vari ragionamenti sottesi tra la loro natura politica e quella urbanistica. Nati e maturati in altri tempi e in tutt’altro contesto.

Il tempo cambia e con esso prospettive ed opportunità

Il punto è proprio questo. E assai probabile che a trascinare l’autorizzazione dell’Assessorato all’ambiente (?) e all’urbanistica (???) PAT sia stato il solito, drammatico iter burocratico che affligge ogni cittadino che voglia costruire qualcosa. Così dal momento in cui venne assegnata l’edificabilità siamo arrivati ai giorni nostri con un progetto di edificabilità mi par di capire piuttosto importante. Letto con gli occhi di oggi, quello che verrà edificato, verrebbe probabilmente visto in tutt’altra maniera. Senza contare che nel frattempo – con ogni probabilità – lasciamo inutilizzati un’imponente serie di capannoni di proprietà privata o peggio della Trentino Sviluppo. Tant’è: sul proprio terreno urbanisticamente idoneo, a norma di codice civile ciascuno edifica un po’ quando e come vuole.

Di certo rimane un fatto che consta al Trentino agricolo. Da domani mancheranno ulteriori 5 ettari abbondanti di terreno all’agricoltura locale. Si aggiungono ai quasi 30 sacrificati per l’Arena del Bel Canto di Mattarello progettata e realizzata in men che non si dica dall’attuale Giunta Provinciale  Ma se la rivoluzione del Trentino turistico attraverso l’esercizio del Bel Canto popolare è tutta in fieri e tutta da decifrare, di certo quella agricola qualche nuvolone lo porta. Con il contributo stanziato da parte della Provincia di Trento in questi quasi 5 anni di governo, a che mi risulti, non è stato recuperato un solo ettaro di terreno agricolo. Nonostante Vaia avesse offerto una grandissima opportunità. 

Se c’è una cosa sicura invece è che nel solo comune di Trento mi sono stati sacrificati 33 ettari di prezioso e fertile terreno agricolo. Due “signori” appezzamenti di terreno: uno legato alla soddisfazione di sacrosanti diritti giuridici e l’altro (fatto ben più grave ) ad imperscrutabili non meglio precisati progetti di Trentino turistico. Dove invitiamo persone – si dice – all’insegna della sostenibilità. Perché: “respira, sei in Trentino”!