RIFLESSIONE DELLA DOMENICA: il concerto è andato bene! E quando qualcosa funziona bisogna dirlo. Insieme ai giusti però. 

Da Michele Dallapiccola

Mi ero ripromesso di non parlarne più, se non strettamente necessario. Ma in questo breve periodo di bilanci post evento, alcuni pensieri è opportuno metterli nero su bianco. Partiamo con le giuste considerazioni positive ed i riconoscimenti. 

I complimenti li merita innanzitutto il Trentino, la macchina amministrativa, chi ha lavorato e chi è stato coinvolto (volente o no) a dare la propria disponibilità. Certo c’è anche chi ci ha guadagnato. E mi spingo oltre. In contraltare sono sicuro che c’è anche chi ci ha lucrato. 

La volontà politica era talmente forte che chi ha gestito il contratto ha dato l’impressione di agire a nome e per conto della Provincia con l’ordine di pagare a piè pagina. 

Ecco, in questo no, in questo i complimenti non ci stanno. Mi sento di dire che dal punto di vista contrattuale la figura che hanno fatto i trentini è stata quella di assomigliare più a degli sprovveduti che a delle persone scafate. Ma questo, nulla c’entra con l’evento. Che ripeto al netto di alcuni prevedibili (e per questo ben gestiti) problemi è andato bene!

Chi ci è stato, ha potuto raccontare di una grande festa popolare e di un grande momento di liberazione. Forse anche da qualcosa di orribile che ci lasciamo alle spalle e che è la pandemia (ancora non definitivamente sconfitta). Non da ultimo, permettetemi un sommesso accostamento, che mi auguro possa essere accettato a fin di bene. A Mattarello ieri sera le bombe di Azovstal non davano fastidio. La guerra, i profughi, gli immigrati e tutte le magagne del quotidiano per una buona mezza giornata non esistevano più.

Era largo il bisogno di pensare ad altro, di parlare di qualcosa di positivo, almeno per un pò. 

Lo capisco, e lo condivido pure perché capita anche a me. Vedete, il ruolo di consigliere di opposizione, spesso impone di enunciare, di raccontare il lato oscuro delle cose. E questo compito non è che si configuri proprio come un  generatore di endorfine. E’ molto più stimolante il ruolo di chi costruisce, di chi risolve, di chi propone le cose. Ma ci sta, siamo pagati per questo e la nostra dignità lavorativa passa anche da qui. L’analisi, il controllo, la denuncia pubblica e la proposta. 

Per questi motivi accanto ai complimenti a chi ha organizzato l’evento, al pubblico che lo ha reso meraviglioso e ad un inossidabile Artista quale è Vasco Rossi, qualche pensiero è giusto metterlo li.

La dimensione della manifestazione.

Assolutamenti fuori scala. Troppi disagi alla popolazione non coinvolta. Un blocco della città per due giorni con un sacco di danni alle attività coinvolte. Chi li potrà ristorare alle ditte che hanno dovuto tener chiuso? Non certo una notte bianca può esser riuscita a riparare i danni di una due giorni di città deserta. Quanto ai pernottamenti aspetteremo la vera lettura dei dati confrontandoli magari col corrispondente fine settimana del 2018 o 2019.

La costosa Arena del Bel Canto che piace tanto ai Trentini. 

Possiamo pensare di attivare un filone che la utilizzi e la valorizzi: ci sta. Il Trentino che fu dei ritiri calcistici e degli eventi milionari (vi ricordate il Vroom a Campiglio?) cambia strada. Invece di valorizzare le sue di risorse e cercare la sua identità prova a vendere quella altrui. Oddio…parliamone.

Se questa politica ci tiene proprio ad accarezzare la voglia di musica dei trentini e procede col panem et circenses, allora ci può stare che valuti ancora nuove ulteriori manifestazioni di questo genere. Non certo di questa dimensione, però. E visto che ormai a causa dei lavori fatti l’utilizzo agricolo è definitivamente compromesso, che bel canto sia! Ma con una dimensione compatibile con quella dell’area, dei parcheggi disponibili e del rispetto di una città. Le sue attività, le persone alle quali dei concerti non importa un fico secco, devono poter vivere la loro vita senza trovarsi dentro ad un situazione come quella che abbiamo visto questa scorsa settimana.

I piani di analisi che riguardano i 40 mila trentini contenti che hanno assistito allo spettacolo, sono completamente diversi rispetto a quelli degli altri 500mila che si interrogano sui costi e sui benefici.

La sostenibilità: per sempre e per tutti.

Al recente convegno ASAT, l’associazione albergatori della PAT, la giunta provinciale ha più volte ricordato la sostenibilità come faro concettuale delle proprie azioni. E’ un concetto più che abusato che utilizzato in questo specifico frangente, accostandolo, udite bene, all’annuncio del concerto, faceva venir da ridere. Dopo quello che abbiamo visto, possiamo pensare che di questi eventi possiamo fare per sempre? E soprattutto, com’è possibile pensare che siano per tutti? 

Considerazioni trite e ritrite. 

In questi scorsi mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori. Ad un certo punto ci sono stati pure gli schieramenti. Questa politica divisiva, fortemente refrattaria alle critiche, ha aizzato i suoi sostenitori a favore del concerto. Il risultato è stato che a un certo punto a Trento essere a favore del concerto era di destra e mettersi contro, di sinistra. In uno scontro sociale demenziale dove ciascuno di noi finiva per raccontare critiche e contro critiche. Ad un certo punto son finite per sconfinare pure nel demenziale.  Come l’atteggiamento della Stampa su carta. Un endorsement al governo provinciale di proporzioni a mio vedere stucchevoli. Mai visto prima, cosi poderoso da indurre qualche pensiero malizioso anche ai meno …smaliziati.

Attendiamo i dati, le statistiche e gli impietosi numeri per giudicare. 

Di quanto sia rimasto sul posto dal punto di vista finanziario non avremo mai contezza. Nè di quanto sia stato speso veramente per l’evento. Con qualche brutto pensiero. Assai stupidamente (dal punto di vista politico) ci sono alcune determine secretate e molte fatture le ha pagate la società di Sistema. Rimarrà un mistero inoltre quanto sono costati i lavori fatti in economia dal personale provinciale che intanto ha trascurato la manutenzione del territorio. E quanto hanno complessivamente perso i commercianti rimasti chiusi o deserti dal blocco della citta.

Ecco, insomma sì, il concerto è andato bene. 

E’ stata una bella festa e non si è fatto male (quasi) nessuno. Però, prima di pensare che  questa sia la normalità o il Trentino che vogliamo, molto probabilmente vanno messe a punto un po ‘di cose. E una volta messe a posto sarà necessario pensare ad eventi musicali a dimensione compatibile con una località che resta comunque orograficamente di dimensioni poco adatte ad un simile pandemonio.