Per quanto possa sembrare strano, c’è ancora tanta curiosità e tanto bisogno di informazione e di confronto.
Perché di orso e soprattutto di lupo non si è ancora parlato abbastanza.
Rimango profondamente convinto che su questi apparentemente noti argomenti, non vi sia ancora completa chiarezza. I punti critici riguardano l’effettiva entità del problema e le reali prospettive di gestione.
Cosa possiamo aspettarci dallo Stato? Quali aperture d’azione ci permette realmente l’Autonomia?
Un filo conduttore lungo le alcune esperienze lavorative nelle quali sono incappato ci permette di elaborare alcune previsioni.
L’umore degli allevatori è a terra. Le persone costrette alla convivenza da una legge che prevede i diritti da una sola parte (quella di lupo e orso) non lasciano per nulla tranquilli. Perché a non essere minimamente tutelati in questo caso sembrano essere l’uomo e il suo lavoro.
E la strada per costruire delle norme che salvaguardino sì, le specie, ma tutelino anche la vita in montagna, rimangono una chimera.
Nonostante i numerosi tentativi, nonostante il tempo trascorso l’unica strada aperta, sembra ancora quella dell’Autonomia, della trattativa e dell’accordo tra Stato e Regioni.
E intanto, alla gente che vive e lavora in montagna non resta che il lavoro delle protezioni dei recinti, dei cani da guardiania, delle ore di lavoro in più. Con le predazioni che sembrano non arrestarsi. Un vero martirio per chi alleva gli animali.
A queste persone, è davvero difficile chiedere di portare pazienza. Come dar loro torto?