Il turismo Trentino colpito dalla pandemia. L’impietosa legge dei numeri ci impone di dire la verità. Anche sul concertone.

Da Michele Dallapiccola

Stiamo affrontando questo nostro prossimo futuro sotto il peso delle bombe. Strazianti, i media ci ripropongono quelle vere, quelle della crisi Ucraina. In metafora pressano anche le deflagrazioni rappresentate dalla  pandemia e dal caro energia. Entrambe, in qualche maniera collegate alla fattispecie precedente.

A soffrirne è trasversalmente tutta la società. Anche se ad onor del vero delle differenze ci sono state. Il turismo ad esempio, vive un probabile disagio multifattoriale. Più ampio, più trasversale e sicuramente più complicato da compensare rispetto alla pur grave crisi – ad esempio – della zootecnia.

Il 2021 è stato un anno a corrente alternata. E il 2022 non è partito coi migliori auspici. La gravità della situazione la scrivono i numeri. La statistica ufficiale di ISPAT è impietosa. Dopo aver marcato anni da record, il catastrofico peso del virus affligge i numeri del turismo trentino che fatica a reagire. Non è dato sapere quando i dati torneranno in asse. Certo la speranza di annegare tutto dentro ad un concertone appare piuttosto sconclusionata. 

A mio modesto avviso, avrei ben più volentiere accettato che la politica dicesse la verità: “Stiamo provando ad uscire da una terribile situazione, il morale della società è a terra, la fiducia nella politica provinciale pure. Spendiamoci questi 6-7 milioni di€, per dimostrare a tutti che nella vita ci sono anche le cose belle. Che la Provincia, ancora, qualcosa sa fare.” 

E invece li ad ipotizzare connessioni che non ci sono, indotti completamente inventati, contro l’impietosa legge dei numeri. 

Costo/beneficio: un conto facile facile per capire il peso economico dell’evento

Può un evento costato ripeto 6 o 7 milioni di € aver sollevato le sorti di un turismo col morale a terra? No per parecchi motivi. Tra tutti ne scelgo un paio di significativi. All’appello della statistica del turismo provinciale mancano qualche milione di presenze turistiche. I numeri del concerto li conosciamo. 70-80 mila non trentini, quanti pernottamenti possono aver fatto? Difficile da dire. Proviamo ad ipotizzare (semplificando) che in 50mila almeno si siano fermati qui a dormire. Allora significa che per aver richiamato questo tipo di turisti si sono spesi circa 120€ a testa.

Negli anni d’oro del turismo trentino, quando ancora la pandemia non c’era, siamo arrivati ad avere quasi 6 milioni di persone all’anno. Per la promozione centrale e locale in estrema semplificazione la Provincia spende circa 50 milioni di euro all’anno. Ciò vuol dire che ogni arrivo ci costa 0,12€ di spesa. Contro i 120€ dei fan del Rossi nazionale. 1000, dico mille, volte di più pro capite. Capite?

Ecco perché trovo ridicolo sentir parlare di opportunità, destagionalizzazione, sostenibilità, per eventi di questa portata. Bello il concerto, ottimo per il morale e per i trentini. Il turismo però si fa in altra maniera.

E se si vuole fare un concertone, che musica sia! Arrivo a dire che posso essere d’accordo. Purchè si dica la verità.