RIFLESSIONE DELLA DOMENICA: tu vai in bici ed io ti pago.

Da Michele Dallapiccola

Nel blog di Formiche c’è questa riflessione. Pur datata, racconta di un provvedimento francese che nel 2015 incentivava chi va in bici. Lo ho trovato curioso perché con simpatia cita in metafora la Coppa Cobram. Ve la ricordate? Era quella ridicola gara ciclistica raccontata nei film di Fantozzi. Una biciclettata da fare a tutti i costi in onore – mi par di ricordare – dal Visconte Cobram.

In Trentino, questa farsa cinematografica è talmente realistica che trova trasposizione nella realtà. E’ quella della politica trentina che tra un concerto e l’altro non si fa mancare il bagno di folla tra le ali dei tifosi accorsi ad assistere al passaggio dei pedali rosa.

Del resto lo stile di questa politica di governo è così, non c’è niente da fare. Dovrei capirlo e farmene una ragione ma non ne sono capace. Forse perché il mio pensiero va agli esempi che ho davanti. Le persone serie, i politici impegnati insomma, partecipano alle manifestazioni sì, ma con il rispetto dell’istituzione che rappresentano e dunque nella giusta misura. Non cercano la scena, non cercano il bagno di folla approfittando dell’attenzione di chi è lì in quel momento.

Che poi, se una persona ha deciso di assiste ad una manifestazione, è li per gli atleti e lo spettacolo. Non per dialogare col politico. Che alla manifestazione normalmente non aggiunge nulla. Anzi ne approfitta della luce altrui, del risultato dell’atleta del momento, della fama del big dell’occasione, per farne momento di lustro proprio.

Il metodo è conosciuto.

E quello di Salvini nazionale. Feste, sagre, panini. Infine spiaggia, moto d’acqua e da ultimo Papeete per tutti. Uno stile mai osservato in chi invece considera il lavoro del politico una cosa seria. 

Prendete la giunta provinciale di Bolzano con Kompatscher in testa ad esempio. O lo stesso Draghi – piaccia o meno -. Ha immediatamente assunto uno stile diverso dal suo social-predecessore Conte.

Non dico di praticare l’austerità, ma per coltivare il contatto col pubblico ci vuole intelligenza e pazienza. Altrimenti si finisce per mettere in piedi iniziative farsa. Prendete i martedì del presidente ad esempio. Chi ci è andato, sta ancora aspettando la risposta. Del resto, come è possibile ricevere chiunque e comunque senza filtro e con l’usciere che ogni tre minuti bussa alla porta per far entrare il successivo? 

I nodi vengono al pettine.

La legislatura ha iniziato il suo conto alla rovescia. Manca poco più di un anno alle urne e già si possono scrivere i primi bilanci. Magari nel frattempo arriverà pure un altro concerto ma il mantra più sentito nel corso della legislatura, non varrà più. “E’ colpa di quelli di prima” è il motto tuonato da questa maggioranza.

Ma dopo cinque anni qualche azione amministrativa concreta la si dovrà pur vedere? Le promesse di opere pubbliche mirabolanti non basteranno più a catturare consensi. I milioni citati come noccioline, tutti messi a bilancio in annualità dal 2024 al 2030epassa, faranno sempre meno notizia.

Mi chiedo con che coraggio potranno ripresentarsi alle prossime provinciali praticamente con lo stesso programma del 2018, vista la mole di punti irrisolti? Dalla soluzione del problema di convivenza di orsi e lupi, al NOT, dalla sanità in genere, al nuovo stadio, alle tante circonvallazioni sognate, al tunnel del Peller, fino alle opere delle olimpiadi?

Non credo che i trentini si accontenteranno di un concertone e del suo bis. Né rimarranno estasiati dalla prossima Coppa Cobram della giunta provinciale. Tutta presa a stringere mani agli astanti forse non si è ancora accorta che da noi la Carovana Rosa passa tutti gli anni; praticamente da sempre. E lo ha fatto prima, durante e mi auguro che passerà anche dopo questo governo provinciale.