La (necessaria) globalizzazione porta i suoi pericoli. Ma chi ci potrà realmente difendere?

Da Michele Dallapiccola

Non abbiamo ancora finito di riporre le mascherine e le preoccupazioni per la pandemia (non ancora definitivamente chiusa) che le notizie di malattie dal nome più o meno terrificante tengono nuovamente banco in tivvù!

Che razza di mondo ci circonda?

Prendi la peste suina africana del maiale. Circoscritta da anni in Sardegna sta cominciando a fare capolino tra i cinghiali che appestano l’Urbe eterna. Non passa all’uomo ma è contagiosissima tra i suidi. Evidentemente qualcuno non ha rispettato le regole e ha portato un materiale contaminato dall’isola al continente contravvenendo le regole. A QUESTO LINK il Ministero della Salute spiega tutto per bene.

Diverso il caso del vaiolo delle scimmie, altro inquietante elemento di preoccupazione (quantomeno per chi lo sente tale).

Molto meno contagioso e causato da un virus parente del più noto vaiolo umano. Contrariamente a quello che si sarebbe indotti a pensare dal nome, pare sia veicolato prevalentemente da piccoli roditori. La sua diffusione ha smesso di venire ostacolata da quando nel 1980 è avvenuta nella popolazione mondiale la cessazione dalla vaccinazione contro il vaiolo. Noi boomers ne portiamo una cicatrice ricordo in alto sul braccio. Presenta già numerosi farmaci già approvati ed efficaci per il suo trattamento e prevenzione. A chi volesse approfondire un po’ di più consiglio questo link. E’ il Ministero della Salute ad averlo attivato. Si tratta di una pagina dedicata ricchissima di tutte le informazioni del caso.

Pandemia, crisi economica e guerra hanno alzato nuovi confini. 

La globalizzazione, il “must” dei primi vent’anni del nuovo millennio sembra non girare più come prima. Lo abbiamo visto con l’embargo verso est, arma che usiamo per convincere Putin a terminare il massacro. Abbiamo constatato che la chiusura dei confini è stata la prima arma contro il Corona. Eppure le persone si devono muovere. Per quanto la geopolitica sovverta le cose è un fenomeno inevitabile. E appena si riaprono i confini emergono nuove preoccupazioni. Un po’, lo è il vaiolo delle scimmie; lì, come un monito. 

Quanto al fatto che i confini debbano rimanere aperti, lo capiamo ce lo dicono da soli. Ce lo chiede il Trentino che di persone che varcano il suo confine ci campa. 

Ciò che comunica questo nuovo fatto di cronaca però è che non dobbiamo dare nulla per scontato. Ciò che è successo in questi due anni non va minimizzato. Soprattutto per saper gestire i problemi che ancora varcheranno i nostri confini. Non soltanto biologici. Ma piuttosto anche di natura politica economica e sociale. 

Orwell, ce lo ha insegnato. La logica di Napoleon al comando, portò la Fattoria degli animali alla rovina.

Benvenuti dunque nel vero nuovo millennio. Un tempo in cui non sarà più il caso di lasciar governare “chi è come me”. Finito il tempo del vaffa day, del “prima gli …” sembra proprio che sia arrivato il momento di provare a dare in mano le cose a chi saprà far valere qualche competenza in più. In maniera onesta, a servizio e a protezione di chi lo ha votato.